La strada vi venga sempre dinanzi
e il vento vi soffi alle spalle
e la rugiada bagni sempre l'erba
cui cui poggiate i passi.
E il sorriso brilli sempre
sul vostro volto.
E il pianto che spunta
sui vostri occhi
sia solo pianto di felicità.
E qualora dovesse trattarsi
di lacrime di amarezza e di dolore,
ci sia sempre qualcuno
pronto ad asciugarvele.
Il sole entri a brillare
prepotentemente nella vostra casa,
a portare tanta luce,
tanta speranza e tanto calore.
Don Tonino Bello
Novità appena uscita per il cammino di Quaresima, verso la Pasqua
Questa Via Crucis, don Tonino Bello l'ha offerta al Signore e alla Madre di
Cristo nell'aprile 1993, a pochi giorni dalla sua morte. È la sua Via
Crucis, proposta semplicemente a braccio nel momento supremo come preghiera
spontanea. Un inedito, elargito dal fratello Marcello Bello, perché non vada
smarrito e ritorni efficace. Per don Tonino, testimone del Risorto, la Via
Crucis è la riflessione decisiva sulla sofferenza che redime, vale a dire
sul mistero della vita, della morte e della risurrezione di Gesù Cristo: l'evento
degli eventi. Che ci riguarda e c'interpella. Una riflessione che si fa vita
lungo la mulattiera del Calvario. Durante il ministero pastorale, don Tonino
è rimasto particolarmente irritato dallo svolgimento di una Via Crucis
svolta come fatto meramente devozionale da un gruppo di fedeli denominato
Amici della tradizione. Il breve commento elaborato in quell'occasione
lascia intendere, più di ogni altra espressione, quale fonte di grazia e di
eversione spirituale egli ritenesse la Via Crucis e cosa richiedesse dalla
pratica religiosa che la propone per attualizzarla: memoria e memoriale.
«Fino a quando, nelle nostre città, la Via Crucis non sarà organizzata dagli
Amici del cambio, dagli appassionati della rivolta, dai poveri che si
ribellano, dai condannati alle piccole croci quotidiane, da chi vi rimane
schiacciato sotto, da chi è ingiustamente spogliato di tutto come Cristo, da
chi viene abbeverato con l'aceto e il fiele di una vita insostenibile,
avremo sempre delle pasque sterilizzate, delle liturgie innocue, delle
aurore senza mattino. E i macigni continueranno a ostruire i nostri
sepolcri. Che la Pasqua sia per tutti una memoria spiritualmente eversiva.
Solo allora, questa allucinante vallata di tombe che è la terra, si muterà
in un serbatoio di speranze. Il Risorto vi illumini di gioia e vi riempia di
fiducia. Con Lui ce la faremo». È l'augurio intenso e spiritualmente
graffiante esteso con la presente edizione. (da Edizioni Insieme)
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