Presso le sale della Biblioteca del Seminario Teologico di Gorizia, martedì 16 maggio è stata inaugurata la mostra "Con Maria Teresa: da Aquileia a Gorizia" per ricordare la nascita dell'Imperatrice avvenuta a Vienna il 13 maggio 1717. Ultima della dinastia Asburgo, la sovrana impresse slancio economico e culturale alla Contea di Gorizia e Gradisca, al territorio di Trieste e del Litorale. Con l’istituzione dell’Arcidiocesi di Gorizia, la città isontina divenne, di fatto, erede della Chiesa di Aquileia.
La mostra, curata dalla Biblioteca del Seminario Teologico e dal "Centro per la conservazione e la valorizzazione delle tradizioni popolari di Borgo San Rocco-Gorizia”, è suddivisa in tre grandi aree tematiche: codici medioevali aquileiesi, documenti e patenti imperiali autentiche con firma autografa della sovrana e una mostra sulla prima guerra mondiale "Gorizia prima e dopo... correva l'anno 1916".
La presentazione della mostra si è inizialmente avvalsa degli interventi del direttore della Biblioteca del Seminario Teologico di Gorizia don Santi Grasso, del Vicario Generale dell'Arcidiocesi monsignor Armando Zorzin e della presidente del "Centro per la conservazione e la valorizzazione delle tradizioni popolari di Borgo San Rocco-Gorizia” Laura Madriz. E’ proseguita con la relazione dello storico e archivista Vanni Feresin, nonché con gli interventi di Isabella Sgoifo, responsabile della Biblioteca del Seminario Teologico Centrale di Gorizia.
Feresin, riferendosi alle cronache riportate da diversi storici e dandone lettura di alcuni estratti, ha richiamato l’attenzione del numeroso pubblico intervenuto sulle varie visite imperiali succedutesi nei secoli nelle nostre terre legate strettamente all'Austria e in particolar modo alla famiglia imperiale Asburgo e poi Asburgo - Lorena. I cerimoniali della corte imperiale – ha proseguito Feresin - erano molto precisi e prevedevano incontri privati con la nobiltà, il clero e il popolo, nonché sfilate e l'illuminazione delle città per tutta la notte. Un curioso avvenimento - menzionato anche dal relatore – è accaduto proprio a Gradisca nel corso della visita dell’imperatore Giuseppe II.
Di questo episodio nel volume “Vicende storiche gradiscane” di Marino Di Bert si legge:
“
Secondo le Cronache di San Salvatore il dì 11 marzo 1784 si sparse la nuova, che doveva passare per il Mercaduzzo lo stesso Imperatore Giuseppe II di ritorno dall’Italia. I molti curiosi accorsi lo aspettarono invano fino verso sera e poi perdettero ogni speranza di vederlo. Senonchè l’Imperatore arrivato improvvisamente verso le 19.30, smontò sul Mercaduzzo, ed accompagnato dal generale Kinsky, preceduto da un lanternino, entrò a piedi in Gradisca e si recò a visitare il Collegio Militare, ove trovò i 48 allievi già coricati. Sparsasi la voce per Gradisca dell’arrivo del Monarca, vi concorse molto popolo al detto Collegio, che era la casa dei baroni Lottieri (ora Maccari).
Presa visione di quel Collegio e accettati diversi memoriali da parte di privati, l’Imperatore dopo mezz’ora, uscì a piedi fuori di Gradisca per la stessa Porta Nova, e montato in carrozza, che lo aspettava presso l’ancona di San Giovanni Nepomuceno, proseguì il viaggio per Gorizia ove si fermò per due giorni. Colà si presentava a lui una commissione dei più influenti gradiscani supplicando l’Imperatore a voler dare maggior lustro alla loro cittadina non fosse altro che con lo stanziarvi permanentemente un battaglione di soldati. La Commissione partì dalla presenza dell’Imperatore coll’inattesa promessa, che avrebbe fatto di Gradisca una sede vescovile, togliendola a Trieste ed anche a Gorizia. Il 14 marzo l’Imperatore tornò a Gradisca a visitare di persona la chiesa parrocchiale, il palazzo Torriano che trovò adatto per la sede vescovile, la chiesa dei Serviti, il collegio militare, le scuole normali ed il castello. Scese nuovamente in piazza fino alla Porta Vecchia, dove montò in carrozza e si diresse verso Trieste.”
Proseguendo con le visite imperiali, il relatore Feresin ha quindi riferito sulla mancata visita a Gorizia dell’Imperatrice Maria Teresa. Una improvvisa indisposizione fece saltare tutto il cerimoniale programmato e la delusione dei goriziani fu così intensa che - come racconta lo storico Carlo de Morelli -
"tutto si ammutolì in guisa, come se dal più chiaro giorno passati fossimo in un istante alla più buia notte".
L’interessante iniziativa culturale è proseguita al secondo piano, dove è allestita la mostra monografica “Gorizia prima e dopo....correva l’anno 1916”, un percorso didattico per immagini che attraversa la città di Gorizia, le sue vie, le sue abitazioni, i palazzi, i ponti, le scuole, evidenziando la situazione della città prima e dopo la Grande Guerra.
Il pomeriggio in biblioteca è continuato con gli interventi di Isabella Sgoifo, che, dopo aver ricordato la contemporaneità del primo nucleo della biblioteca con l’istituzione a Gorizia della Domus presbyteralis del 1757 per opera del primo Arcivescovo Carlo Michele d’Attems e della sovrana Maria Teresa d’Austria, ne ha illustrato il patrimonio librario custodito. I presenti hanno potuto ammirare i preziosi codici medioevali aquileiesi, incunaboli, erbari ed apprezzare la gran quantità di volumi e pubblicazioni periodiche che – come riferito dalla bibliotecaria - trattano argomenti di carattere teologico, storico, filosofico, letterario e cronache locali.
La mostra è visitabile fino al 28 maggio negli orari di apertura della biblioteca : da lunedì a sabato, ore 9.00 - 12.00 e 15.00 - 18.30.
O.F.
Per approfondire sul sito del Borgo San Rocco: