Per il servizio sulla celebrazione eucaristica esequiale di mons. Alfredo Battisti, Arcivescovo emerito di Udine, rimandiamo al link:
http://www.natisone.it/messe/messe672.htm
ringraziando da queste pagine il Signor Aldo Taboga, webmaster del sito www.natisone.it, che lo ha realizzato.
Di seguito l'omelia di mons. De Antoni, Arcivescovo di Gorizia e l'ntervento di mons. Mazzocato, Vescovo di Udine
Omelia di mons. De Antoni per le esequie di mons. Battisti
Udine, Cattedrale 4 gennaio, ore 15.45
“Dedit illi Deus sapientiam et prudentiam multam nimis et latitudinem cordis quasi arenam quae est in litore maris» (1 Re.5,9).”
Gli ha dato Dio sapienza e prudenza molto grandi e una larghezza di cuore come la sabbia che è sulla spiaggia del mare.
La Parola che la Scrittura riserva per Salomone, il costruttore del tempio e la liturgia della Chiesa agli uomini grandi che hanno onorato con la vita e le opere il Popolo di Dio, mi sento di ripeterla per monsignor Alfredo Battisti che ha vissuto in questa splendida terra friulana la parte più importante della sua vita in un momento ricco di una storia, anche travagliata, con grande magnanimità, con capacità di tenere uniti popoli, tradizioni e culture diverse.
Dio gli ha dato sapienza e prudenza in un momento particolare della terra friulana, quando ha dovuto incrociare e accompagnare in modo chiaro e preciso la ripresa di un popolo devastato ma non domato dal terremoto del 1976.
In questa terra egli ha voluto sin dal primo giorno da vescovo radicarsi desiderando che il suo episcopato nascesse nella Chiesa udinese.
“Se il mio essere cristiano è avvenuto lontano – scriveva in occasione della sua consacrazione episcopale – questo rinascere come pastore del popolo di Dio, è giusto che avvenga là dove la mia chiamata episcopale si realizza come servizio”.
Veniva in questa terra all’indomani del Concilio Vaticano II, preceduto da una serie di richieste formulate da una gran parte del clero udinese. Non erano mozioni facili né sul piano operativo né in quello culturale. Si pose in ascolto del suo Clero e al termine di un’assemblea concluse dicendo: “A questa Assemblea ci eravamo augurati che avvenisse un dialogo fra sacerdoti e vescovo nella libertà e penso che l’abbiamo creata; nella verità e penso che sinceramente l’abbiamo cercata; nella carità e mi pare che è stata in fondo rispettata. Ci siamo anche criticati ma ci siamo amati. Anche per questo è stato un incontro tanto ricco”.
Gli anni del suo episcopato sono stati anni di grande lavoro; gli anni della ricostruzione del Friuli segnato dal tragico evento del terremoto; del dibattito acceso per la promozione della lingua e della cultura friulana; gli anni della promozione dell’Università degli Studi di Udine; dell’impegno verso i giovani ed il mondo del lavoro; gli anni del Sinodo diocesano e della presa di coscienza della scarsità del clero che stava diventando un problema.
Sarà ricordato forse di più per le posizioni chiare e forti fatte assieme alla Chiesa friulana rispetto al modello di ricostruzione dal terremoto, alle priorità da dare, alla necessità di una rinascita anche culturale oltre che economica e materiale.
Lo hanno definito “il vescovo del restauro” (cfr. padre Sorge): quello materiale, quello morale, quello socio – politico, nei quali impegnò costantemente tutta la sua Chiesa.
Non mancheranno le occasioni per ripercorrere i tratti di tutto il suo ministero alimentato dall’amorevole cura pastorale al popolo santo che gli è stato affidato.
Ora vogliamo ricordare, a nostra consolazione, le parole della Prima Lettera di Pietro, là dove egli ci ha invitati ad essere colmi di gioia, anche se ora siamo afflitti da questo distacco, perché il valore della fede, molto più preziosa dell’ora, torni a nostra lode. È il modo cristiano di affrontare il dolore e la separazione, è il modo di testimoniare la speranza che illumina il cuore del credente. Vogliamo risentire infine, quasi dalla sua voce, le parole del suo testamento olografo del 2003, con un’aggiunta del 2009: “In faccia alla morte l’enigma della condizione umana diventa sommo (Gs 18).
Ringrazio lo Spirito di Cristo Risorto che ha rischiarato le tenebre della mia mente attonita di fronte ai drammatici ed inquietanti interrogativi sulla morte con la consolazione della speranza pasquale. Dopo il tragico terremoto del 1976, di fronte a spettacoli terrificanti di distruzione e di morte sono stato spinto a diventare, davanti ai miei fratelli friulani testimone della “speranza che non delude”. Ringrazio tutti ma specialmente i carissimi sacerdoti che hanno scritto una pagina gloriosa di storia nel postterremoto. Essi mi hanno preceduto, anzi direi quasi trascinato nell’ ardua impresa della ricostruzione e rinascita del Friuli. Chiedo perdono…”. E qui l’elenco si fa preciso nel circostanziare le persone a cui chiede di essere perdonato: i sacerdoti, i fedeli tutti… Aggiunge poi: “Non ho nulla da perdonare ai miei fratelli ; l’ho già fatto”. Ringrazia infine lo Spirito Santo, ricorda, elogiandoli, i suoi successori, invita i sacerdoti a collaborare con zelo ed entusiasmo per il bene di questa Chiesa. Si affida da ultimo alla misericordia del Padre ed all’intercessione di Maria. Mentre lo consegniamo alla Casa del Padre, per noi che restiamo divengano amiche le parole di Mosè: “Insegnaci, Signore, a contare i nostri giorni e giungeremo [anche noi] alla sapienza del cuore.“ (sal. 90 ). Amen.
Intervento di mons. Mazzocato a conclusione delle esequie dell'arcivescovo emerito mons. Alfredo Battisti
Udine, Cattedrale, 4 gennaio 2012
A conclusione di questa S. Messa di esequie dell’amatissimo Mons. Battisti, a nome di Mons. Brollo, dei sacerdoti e dei fedeli dell’Arcidiocesi di Udine, ringrazio S. E. Mons. De Antoni che, in qualità di Presidente della Conferenza Episcopale Triveneta, ha presieduto la celebrazione.
Ringrazio, ancora, i Confratelli Vescovi e i sacerdoti delle Chiese sorelle che sono venuti a condividere il nostro dolore e la nostra preghiera. Ringrazio i Vescovi e le tante persone che si sono fatte presenti per iscritto; ricordo tra gli altri il Card. Scola, il Card. Cè, il Card. Silvestrini, il Card. Bagnasco, Mons. Crociata, Mons. Zenti, Mons. Pellegrini, Mons. Capovilla, Mons. Nosiglia, Mons. Caporello.
Vi ringraziamo per aver partecipato a questo momento sofferto e intenso della vita della nostra famiglia diocesana. Uso questa espressione perché è più adatta a descrivere la comunione di cuori che la morte di Mons. Battisti ha risvegliato tra sacerdoti, diaconi, consacrati, sorelle e fratelli laici, vicini e lontani. Anche in questa S. Messa di esequie ci siamo sentiti una vera famiglia di figli spontaneamente uniti nel pianto e nell’affetto riconoscente verso il loro anziano Padre e Pastore che ci ha lasciati orfani del suo sorriso delicato e della sua parola saggia ed edificante.
Ognuno di noi conserverà il suo ricordo di Mons. Battisti, un aspetto del suo esempio e del suo insegnamento che più lo ha toccato e arricchito.
Ma l’ultimo grande dono questo santo Vescovo ce lo ha fatto con la sua morte. Attorno al suo corpo consumato nel dono di sé senza riserve, è riuscito ancora una volta ad unirci suscitando nei nostri cuori una sintonia di sentimenti belli e sinceri di commozione, di ammirazione, di riconoscenza. Questa sintonia di cuori si è espressa nell’armonia di voci che hanno innalzato, durante questa S. Messa, un’unanime preghiera a Dio per il nostro Padre e Vescovo Alfredo.
Possiamo dire che, al termine del suo pellegrinaggio terreno, egli ha raccolti i frutti del seme più prezioso che ha pazientemente sparso, lungo 38 anni, in terra friulana: il seme della comunione. Anche quando c’era da pagare un prezzo personale, ha sempre seminato comunione cercando il dialogo e non la rottura, accostando con animo delicato le persone, rincuorando con il suo sorriso umile, vibrando quasi istintivamente per i poveri e i sofferenti. Aveva forgiato il suo cuore al desiderio più alto e struggente di Gesù: “Che siano una cosa sola come tu, Padre, in me e io in te”. Abbiamo avuto tra noi un pastore secondo il Cuore del Signore Gesù e ha fatto palpitare questo Sacro Cuore tra i sacerdoti e i fedeli contribuendo, così, a tenere viva e consolidare in Friuli la Chiesa di Cristo che è Mistero di comunione.
Credo che questa sia la grazia più grande che Gesù, Buon Pastore, ci ha fatto con il lungo e generoso ministero di Mons. Battisti che si è donato fino al giorno della sua morte e nella quale ci ha raccolti attorno a lui come figli che hanno imparato dal padre a volersi bene. La sua è una morte pasquale illuminata di carità e di speranza.
Questa è l’eredità che Mons. Battisti ci lascia e sulla quale ci impegneremo a camminare per essere Chiesa fedele al nostro Signore. Mons. Battisti ci accompagnerà con la sua preghiera e lo sentiremo vicino perché il suo corpo riposerà qui in Cattedrale in attesa della risurrezione dei morti e della corona di gloria che Dio riserva ai servi fedeli.
Di cûr grasie e mandi, vescul e pari Fredo; vîf in pâs tal Signor cun ducj i vescui de nestre Glesie e ariviodisi in te patrie eterne.
Mercoledì ad Udine i funerali di mons. Alfredo Battisti
(ANSA) - UDINE, 2 GEN - Saranno celebrati mercoledi' 4 gennaio, alle 15.30 in cattedrale a Udine, i funerali di mons. Alfredo Battisti, arcivescovo emerito di Udine, spentosi ieri.
A presiedere le esequie sara' mons. Dino De Antoni, vescovo di Gorizia e presidente della Conferenza episcopale del Nordest; concelebreranno l'arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, e l'emerito mons. Pietro Brollo. La salma sara' esposta fino alle 17.00 all'obitorio dell'ospedale di Udine, e domani in Duomo, prima del funerale. (ANSA).