Don Ruggero Di Piazza: "creare quelle relazioni spesso svogliate o del tutto mancanti nelle nostre comunità"
Quante sono a Gradisca le famiglie bisognose, certamente oltre un centinaio, ma ci sono anche tanti bisogni di diverso tipo, dovuti a sofferenze psichiche di vario genere che incidono pesantemente sulla qualità della vita, delle relazioni, dell'esistenza in genere.
Alla cinquantina di casi seguiti stabilmente dalla Caritas parrocchiale vanno poi aggiunti anche i nuclei familiari che si giovano dei sussidi comunali, come i 21 aventi diritto al contributo per il pagamento degli affitti (fondo da 41mila euro) e i circa 30 e destinatari di contributo familiare, suddivisi più o meno equamente fra i casi più radicati, che godono cioè di un'erogazione a scadenza regolare, e quelli cui il sussidio viene erogato una tantum per situazioni di particolare urgenza.
L'anno scorso inoltre sono state una quindicina le utenze dei pasti consegnati a domicilio, di cui molte le persone sole. E' la cucina della Casa di riposo ad occuparsene: ogni anno sforna tra mense assistenziali e le mense scolastiche qualcosa come 55 mila pasti. I servizi sociali in media hanno monitorato una ventina di famiglie attraverso l'assistenza domiciliare, anche con minori a carico, casi di disabilità grave o persone anziane. I contributi economici a sostegno delle famiglie impegnano invece l'amministrazione per quasi 45 mila euro. Vi sono i quelli continuativi (i cui sussidi sono di fatto come detto mensili) e quelli mirati.
L'anno scorso le due forme di contribuzione hanno visto il Comune di Gradisca stanziare circa 35 mila euro. A questa somma va aggiunta quella per i prestiti assistenziali senza interessi: nell'anno passato sono stati 7, per un totale di 9.670 euro. Molti anche i minori che godono di un sostegno socio-educativo domiciliare, ed altrettanti quelli interessati da assistenza ausiliaria oppure da sostegno educativo in ambito scolastico. A questi vanno aggiunti alcuni casi seguiti per effetto di decreto del Tribunale per i Minori di Trieste ed i progetti di mediazione culturale per il numero sempre maggiore di minori di origine straniera: attualmente sono ben 53 "anche se la loro integrazione è mediamente molto buona" spiegano ai Servizi Sociali. Ma ciò che manca e mancherà sempre è quella "caritas" che si chiama Amore.
Una finestra sulla città, sulle sue problematiche sommerse, sulle sue povertà e sofferenze. Questo sarà il nuovo punto Caritas della Fortezza, inaugurato alla vigilia di Natale dall'Unità parrocchiale di Gradisca. Seguirà oltre una cinquantina di famiglie bisognose. Ben sette stanze sono state ricavate in alcuni ambienti parrocchiali di via Ciotti, in pieno centro storico, proprio a fianco della chiesa dell'Addolorata: sono destinate a fungere da punto d'ascolto, di smistamento dei beni di prima necessità. A più di cinque anni di distanza dalla sua provvisoria collocazione nel rione del Mercaduzzo, il locale gruppo Caritas ha dunque trovato una sua sede definitiva. Il recupero dei locali di via Ciotti ha richiesto quasi un anno di lavoro da parte dell'impresa e si é reso possibile dal significativo aiuto elargito dall'Arcidiocesi di Gorizia, dalla Caritas diocesana, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e dalla generosità dei parrocchiani. "Questa nuova sede non si riduce a una sede di distribuzione dei beni, ma vuole essere una finestra aperta sulla nostra comunità, un osservatorio privilegiato che ci permetta di cogliere quei segnali di sofferenza, di solitudine, di povertà che spesso fatichiamo persino ad immaginare e che invece costituiscono la quotidianità per tante persone - ha affermato nel corso dell'inaugurazione del punto Caritas il parroco di Gradisca, don Maurizio Qualizza -. L'auspicio è che tutti ci sentiamo coinvolti nell'andare gratuitamente incontro all' "altro", al prossimo che ci chiede aiuto".
Alla benedizione dei locali hanno presenziato anche il vicario arcivescovile, monsignor Adelchi Cabass, ed il responsabile diocesano della Caritas don Ruggero Dipiazza. "Creare una rete di solidarietà significa vedere accresciuta la disponibilità al servizio, la maturità stessa di una comunità" è stato affermato.
Ancor più significativo che ciò sia avvenuto a Gradisca, la cittadina del contestatissimo Cpt e del prossimo Centro di identificazione per richiedenti asilo che, diversamente dall'altra struttura, è destinato prevedibilmente ad incrementare le situazioni di urgenza sul territorio. Come detto, nei primi anni della propria attività il gruppo Caritas parrocchiale ha seguito stabilmente circa una cinquantina fra persone e nuclei familiari, sia italiane che straniere, provvedendo con scadenza regolare alla distribuzione di cibo, vestiario e all'acquisto della spesa. Ma fondamentale è anche la funzione del centro di ascolto, "che permetterà di creare quelle relazioni spesso svogliate o del tutto mancanti nelle nostre comunità" ha ricordato don Dipiazza. "A noi il compito di
far vivere questo luogo, mettendoci a disposizione di chi non spera più" ha concluso don Qualizza.
"Se vedi la carità, vedi la Trinità" scriveva sant'Agostino, questo ci dice come l'esperienza della carità in una comunità cristiana deve qualificarsi come esperienza di fede La carità sarà sempre necessaria anche nella società più giusta, uno spazio dunque senza confini per la comunità cristiana, chiamata ad annunciare il Vangelo dell'Amore.
Luigi Murciano