Dalla Fondazione "Don Andrea Santoro" riceviamo e volentieri pubblichiamo questa sua lettera gravida d'attualità e profezia qual'é stato il suo ministero sacerdotale conclusosi con l' effusionis sanguinis a Trebisonda, in Turchia sette anni fa.
In questo Natale don Andrea interceda per la Chiesa perché sull'esempio di Papa Francesco faccia rifiorire la profezia.
Urfa-Charran, Natale 2001
Carissimi,
… vorrei soltanto condividere con voi alcuni pensieri sul Natale. In realtà il pensiero è solo uno: la “verità” del Natale nei modi concreti in cui è avvenuto. “Veramente” Gesù è nato in quel modo, in quel luogo, in quelle circostanze. “Veramente”: cioè qualcosa di “reale” che ha toccato la “realtà concreta” del suo corpo e della sua anima.
Gesù è nato al freddo davvero, davvero era notte, davvero c’era l’odore cattivo degli animali, davvero Maria e Giuseppe per proteggerlo hanno dovuto fare salti mortali. Per davvero avevano dovuto obbedire ad un ordine scomodissimo d’un imperatore e muoversi a centinaia di chilometri a pochi giorni dal parto. Per davvero non avevano trovato posto nelle case e negli alberghi. Per davvero Maria dovette partorire in queste circostanze. Per davvero furono avvolti nella povertà, nella solitudine e nell’incomprensione. Per davvero si chiesero: perché tutto questo? Perché tanta cecità e insensibilità? Gioirono per la nascita di Gesù, si scambiarono con un semplice sguardo tutti questi interrogativi, pregarono, fissarono gli occhi sul mistero di quel bambino spoglio della gloria divina e privo di alcuna gloria umana. A guidarli in questo mistero furono il canto degli angeli, l’arrivo dei Magi e la venuta dei pastori che lo acclamavano Salvatore. Proprio nascendo in “quel modo” Gesù diventava il Salvatore degli uomini! Era tutto chiaro!
L’avidità, l’orgoglio, lo spirito di dominio, la dimenticanza di Dio e l’idolatria delle creature potevano essere vinti solo da questo tuffo nell’umiltà. Proprio inabissandosi nel buio Gesù liberava il mondo dall’abisso delle sue tenebre. “Scendendo” Gesù percorreva al contrario la salita dell’ambizione umana. Quando è dato anche a noi di inabissarci nel buio o di sentire l’umiliazione della discesa ricordiamocelo. È allora il momento della nostra salvezza. E se ci è data la grazia di sentire il desiderio di inabissarci nel buio e nell’umiliazione dei nostri fratelli ricordiamoci che è la chiamata a condividere con Gesù l’opera di salvezza. Buio, umiliazione, solitudine sono però cose concrete che fanno male, come fecero male “davvero” a Gesù quella notte. Ma sia a lui, che a noi procurano la “perfetta letizia” e la perfetta redenzione dei nostri fratelli. Vi auguro questa perfetta letizia per ognuno di quei momenti oscuri che vi capita o vi capiterà di attraversare.
Buon Natale dalla Turchia
don Andrea