Monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli ha incontrato il mondo del lavoro a Monfalcone. Ha avuto modo di ascoltare le belle testimonianze di un pensionato e di due operai. Benjamin, un ventinovenne africano, ha raccontato tutta la storia della sua vita avventurosa che lo ha portato dalla schiavitù alla libertà dell'Italia e qui ha conosciuto il lavoro e ha trovato una grande famiglia adottiva.
Monsignor Redaelli ha risposto all'invito con alcune riflessioni che hanno avuto per centro ciò che la Chiesa indica nella sua dottrina sociale e una parola è stata la chiave di lettura: Speranza.
"Non sono venuto in tempi di prosperità e crescita ma in tempo di crisi, insieme però possiamo testare la grande Speranza" ha continuato ricordando che "ogni lavoro è degnissimo, anzi bisogna essere orgogliosi del proprio lavoro! C'era in metropolitana a Milano una ragazza che invitava tutti i suoi amici a una pizza perché aveva trovato un lavoro per un mese!!! A me sembrava impossibile che si potesse festeggiare un contratto di un mese ma oggi anche solo un mese di lavoro può essere un momento importante della vita!" Si è soffermato su alcuni ricordi della sua infanzia "mio padre portava i bagagli in stazione di Milano e io lo guardavo e mi sembrava di vedere il padrone della stazione, poi la sera ci raccontava di quando portava le valigie ai grandi attori e noi gli chiedevamo gli autografi!" Anche il lavoro più umile ha la sua intrinseca dignità.