La rappresentazione «Il Risorto», lavoro prezioso di giovani e non solo delle comunità di Lucinico e della Madonnina si é rivelato davvero come una profonda ed entusiasmante catechesi in linguaggio moderno per giovani e adulti. I quadri della rappresentazione hanno colto i momenti salienti della passione, morte e risurrezione, quel Kerigma che, tolti gli orpelli, ha come centro Gesù, l’uomo storico di Nazareth, morto e risorto, riconosciuto come il Messia. Cioè il salvatore da tutti i nostri problemi e drammi esistenziali.
Oggi c’è una grossa difficoltà nella gente nel credere a questo messaggio, per questo c’è il bisogno di vedere "segni", e il segno, il sacramento primario é la Chiesa, che è il Corpo di Cristo, alla quale è stato dato il potere di trasmettere lo Spirito Santo che era stato promesso in
tutta la storia della salvezza. Ecco nello spettacolo si sono viste non solo cento persone coinvolte in diverso modo, convinte nei loro gesti e parole, ma si è vista una Chiesa che, attraverso un segno vivente, artistico, parlante al cuore, è ancora capace di testimoniare la bellezza del messaggio evangelico. In altre parole, capace di esprimere quella necessaria “svolta antropologica” della catechesi richiesta ormai quarant’anni fa dal Concilio Vaticano II, da parte dei comunicatori della fede. Questa si è toccata con mano perché tutti i presenti si sono sentiti coinvolti e anche feriti da domande, pathos artistico e dialoghi appartenenti a un Vangelo che non si sentiva lontano e per altri, ma appello personale. L’annuncio kerigmatico dei giovani parrocchiani di Lucinico, della Madonnina e non solo, nel nostro oggi così desolante e segnato in maniera eccessiva da una ostentata cronaca nera perché fa notizia, e da un certo sgomento dello spirito per una rassegnazione che si constata chiaramente anche in tanti settori della Chiesa stessa, offre una speranza affidabile.
Felicitazioni allora a questi amici dai quali abbiamo percepito la convinzione non solo del ruolo svolto, ma sul messaggio comunicato.