Duomo gremito domenica sera per la Messa solenne e per la processione con il crocefisso che è stato intronizzato nella cappella dell’Oratorio Coassini. Tutte le realtà vive della comunità hanno vissuto insieme un momento altamente significativo, erano presenti i ragazzi e giovani degli Scout, dell’Azione cattolica, i ragazzi della Cresima e bambini degli itinerari di preparazione alla prima Comunione e davvero tanti genitori. Una liturgia familiare ma impegnativa ha ricordato il parroco concelebrando la Messa con don Michele Tomasin, l’ultimo dei cappellani che hanno operato dentro l’Oratorio e per il quale don Maurizio ha avuto parole di vivo ringraziamento. Una liturgia esigente per la pagina del vangelo che ci viene donata, la richiesta da parte di Gesù di un amore totalizzante, radicale verso Dio e verso il prossimo. Questo amore per noi è significato dal legno della croce, da Gesù crocifisso che ci ha amati fino a dare la vita per noi, quel Cristo che incontreremo tante volte personalmente in ricreatorio in dialoghi che ci auguriamo preziosi e fecondi per ciascuno di noi.
Noi restiamo stupiti anche stasera dalla figura di don Giovanni che ha accettato la sfida di Gesù, quella di amarlo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze, e questo fino alla fine, senza clamore e con grande serenità. La sua figura che incontreremo in Oratorio ci parlerà proprio di questo, del suo grande amore per Gesù e per noi.
Luminosissimo è apparso l’Oratorio alle centinaia di persone che alla fine della processione vi sono entrate, accogliente fin dall’ingresso con il volto sorridente di don Coassini dello scultore Novelli, con il meraviglioso mosaico policromo del Buon Pastore che accoglie sullo scalone del primo piano, dono personale del parroco don Maurizio alla comunità, con un’altra scultura in pietra raffigurante il volto di don Coassini sullo scalone del secondo piano. Apprezzate le dedicazioni, delle quattro Aule del piano nobile del palazzo, a monsignor Cocco, monsignor Stacul, Laura Verzier Stefani e Papa Giovanni Paolo II. Mentre la croce saliva alla cappella del secondo piano, portata a braccia da quattro giovani, venivano cantate le litanie della croce, tratte dalla liturgia trentina del crocefisso del Concilio, “Croce di Cristo, legno benedetto…Croce di Cristo, albero di vita…Croce di Cristo, vanto dei credenti…Ave, Ave ”. Poi dopo l’intronizzazione, a stento i presenti sono entrati per baciarla o toccarla, ma prima di tutti i bambini, che assieme hanno recitato la preghiera, scritta dal parroco per l’immaginetta predisposta per l’occasione.
“Signore Gesù, permettimi di stare qui, davanti a Te. Mi capita raramente di guardarti come faccio in questo momento. Tu mi attendi qui da sempre, per dirmi quanto mi vuoi bene e quanto ti sono prezioso. Con le tue braccia aperte sembra che tu voglia raggiungere tutti e sento che in questo abbraccio ci sono anch’io. Esso mi dà sicurezza, perché è pieno di amore. E’ un abbraccio forte, purissimo, totale, che mi fa superare il timore per le mie cattiverie, per tutti i miei peccati. Contemplandoti, inchiodato sulla croce, sento che si allargano gli spazi stretti del mio cuore, che mi fanno sentire prigioniero di me stesso. Per il mistero della tua Croce, dona a me e a tutti i coloro che cercano il tuo volto un supplemento di amore e di libertà interiore. Portami per mano fuori da me stesso, oltre la soglia delle miei paure, verso di te e verso i fratelli e fa’ che ciò di cui non sono capace, possa essere il dono della ricchezza del tuo amore infinito, amen” .
Un semplice momento conviviale nella sala teatro Coassini ha permesso ancora di incontrarsi, mentre i bambini e i genitori già si trovavano insieme per conoscere i catechisti dei loro figli e ricevere la programmazione della catechesi che, con un gesto così significativo, in una indimenticabile domenica di ottobre è ormai iniziata.
A.T.