- Quale la Sua emozione nel sentire papa Benedetto proclamare beato Giovanni Paolo II?
Cardinale: La mia emozione è stata l’emozione di tutti, della gente, l’ovazione degli applausi che non finivano diceva tutto. Ma bello è stato vedere Papa Benedetto XVI che provava quella grande gioia, sono stato felice per la sua bellissima omelia.
- Quale il maggiore insegnamento per l'uomo del XXI secolo che viene dal pontificato di Karol Wojtyla?
Cardinale: “Aprite le porte a Cristo” Lui a Cristo ha aperto il suo cuore fin da giovane, voleva provare l’esperienza di vivere con Cristo e trasmetterla agli altri, alle nazioni, anche nei suoi innumerevoli viaggi e pellegrinaggi apostolici, cercando di aiutare la gente ad aprirsi a Dio attraverso l’uomo, aveva sempre questa visione di Dio, l’immagine di Dio nell’uomo, l’incarnazione. L’insegnamento di Giovanni Paolo II non ha perso di attualità e importanza, rimane sempre un punto di riferimento anche per la vita pubblica, compresa l’Europa. Dell’Europa aveva la concezione del suo essere radicata sulle “radici cristiane”, perché un albero senza radici muore. Si può dire che Giovanni Paolo II è stato uno dei fondatori della nuova Europa come per la prima lo furono, ad esempio, Alcide De Gasperi, Robert Schuman, Konrad Adenauer.
- Anche durante la veglia al Colosseo che ha preceduto la beatificazione, il numero dei giovani presenti era impressionante. Quale il segreto di questo particolare rapporto fra Giovanni Paolo II ed i giovani?
Cardinale: Per i giovani il Papa era testimone, punto di riferimento, con lui si sono identificati, d’altra parte lui li amava in modo sincero, trasparente, credibile. Rispondeva alle loro esigenze, aspettative, domande profonde sull’esistenza.
- L'Europa rischia di dimenticare sempre di più le proprie radici cristiane: quale il monito che viene a riguardo dal pontificato di Giovanni Paolo II?
Cardinale: Sì è vero, l'Europa rischia di dimenticare sempre di più le proprie radici cristiane perché è diventata molto liberale in senso morale, il liberalismo è diventato il grande pericolo per tutta l’Europa che le ha fatto perdere la coscienza da dove sia nata. Essa deve tornare alle radici, ossia essere nuovamente capace di dare la spiegazione di chi sia l’uomo e questo è possibile solo promuovendo un nuovo annuncio del Vangelo.
don Maurizio Qualizza