Un lungo applauso da parte dei fedeli, il desiderio di riascoltare il nuovo coro cittadino di voci bianche e i festosi rintocchi dei gruppi
«scampanotadòrs» della Provincia: questi i primi momenti in città di monsignor Francois Bacquè l'arcivescovo francese titolare della cattedra gradiscana sin dal 1988.
Bacquè ha visitato la comunità per la terza volta dai tempi della sua nomina: l' ultima volta, aveva visitato la Fortezza nel 2003. Il titolo di arcivescovo di Gradisca, la cui esistenza è sconosciuta ai più, è prettamente onorifico: riservato cioè ai prelati senza sede territoriale. Il ritorno del presule, nativo di Bordeaux, ed attuale nunzio apostolico del Vaticano in Olanda, è avvenuto come di consueto in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo patroni della Fortezza, cui è intitolata per l’appunto la sede arcivescovile del Duomo. Bacqué in passato ha svolto compiti diplomatici per conto del Vaticano in Sri Lanka, Santo Domingo, Taiwan, Cile e Portogallo. “La sua persona conferisce enorme lustro alla nostra città”, così lo ha accolto il sindaco Tommasini. In occasione della visita dell’arcivescovo francese si sono celebrate altre due significative ricorrenze per la comunità cristiana: il 25esimo di sacerdozio di don Maurizio Qualizza, parroco dal ’98 dopo le esperienze di Cervignano, Cormons e segretario dell’arcivescovo Bommarco, e i 70 anni di vita sacerdotale dell’emerito monsignor Gildo Berno, 94 anni, gradiscano dal 1938 e molto amato in città. Don Berno purtroppo ha dovuto rinunciare ai festeggiamenti a causa di un lieve malore che lo ha colto in mattinata. I fedeli hanno donato loro due icone raffiguranti la S.S.Trinità, mentre l’amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco Tommasini e l’assessore Bressan hanno testimoniato loro la riconoscenza della cittadinanza nel corso del ricevimento organizzato nella corte di palazzo Torriani.
Proprio ai sacerdoti e diaconi della Fortezza l’arcivescovo Bacquè ha voluto dedicare, in un ottimo italiano, i passaggi più significativi della propria omelia: “La vostra è una grande, difficilissima, bellissima missione – ha affermato -: anche se vivere la parola del Cristo può significare talvolta sofferenza ed emarginazione, nelle nostre comunità dobbiamo lavorare per una comunanza del fare e del sentire. Questo hanno fatto i Santi Pietro e Paolo, così diversi ma uniti dal desiderio di servire la Chiesa nascente”.
La suggestiva celebrazione liturgica è stata impreziosita dalla Corale “Città di Gradisca” diretta dal maestro Luca Perissin, che con la collaborazione del soprano Enza Pecorari e dell’organista Marco Zubiz ha impeccabilmente eseguito brani di Faurè, Grieg e Mozart.
Toccante anche il prologo, con il debutto del Coro cittadino voci bianche diretto dalla maestra Siriana Zanolla.
“Sant’Agostino diceva che chi canta bene prega due volte”, si è congratulato l’arcivescovo prima di incontrare i “suoi” fedeli.
L.M.