Si è spenta alla soglia dei 106 anni – li avrebbe compiuti a metà marzo - Maria Ferlat, per tutti “zia Maria”. Era la seconda donna più longeva di Gradisca, la città degli ultracentenari (ben cinque). La notizia della sua scomparsa ha commosso molti. Maria Ferlat, prima sarta e poi stakanovista del bancone: quanti anni ha lavorato come ostessa della rinomata osteria Mulin Vecio, di cui è stata una collaboratrice preziosissima addirittura fino all’età di 93 anni. Altro che pensioni-baby. Nata il 14 marzo 1905 borgo rurale del Bidischini, il suo “Marcjadùs” rione dove l’amore per la terra e la devozione religiosa sono valori fondamentali, era la primogenita di sette fratelli e sorelle. Allo scoppio della prima guerra mondiale Una vita di sacrifici e conquiste, la sua. Maria Ferlat segue i genitori nelle varie tappe della fuga dal fronte: prima a Novara, poi a Borgo Ticino. In seguito ad una malattia della madre Guglielma, la famiglia ottiene dalle autorità competenti il permesso di trasferirsi in Toscana, a Lucca, dove già si trovano come profughi alcuni parenti. Nubile, autentica maga del ricamo e dei lavori di cucito, zia Maria ha fatto ritorno a Gradisca nel 1922 per svolgere tale professione prima nella sartoria dello zio Pepi Macoratti, storico sarto da uomo di Gradisca, e poi in proprio. Negli anni ’80 la seconda giovinezza come gentilissima e professionale banconiera al “Mulin”. Persona dotata di grande semplicità e dinamismo, spigliata anche con i clienti più difficili, «zia Maria» sapeva godersi anche le piccole cose, gustarsi ogni momento. Tutto lì il segreto della sua longevità. E’ stata una grande appassionata di calcio. Tifosissima dell’Udinese, in occasione della visita della nazionale di Lippi a Gradisca nel 2008 pretese – lei ospite della casa di riposo comunale San Salvatore - di essere portata ad ammirare da vicino i suoi adorati campioni Del Piero e Buffon, con i quali volle a tutti i costi farsi fotografare. Era anche una raffinata intenditrice di musica lirica e amante del festival di Sanremo, che seguiva nella struttura di via della Campagnola sino alle ore piccole. Una piacevole “costrizione”, quella di guardare la tv sino a tarda ora, anche per il personale della casa di riposo cui ora quegli occhi vispi e gentili mancheranno da matti. Un debole per il colore viola, zia Maria a chi le chiedeva il segreto per non sentire il peso dell’età raccomandava divertita un goccetto di buon vino rosso e una buona pizza di quando in quando. Lascia una folta schiera di nipoti. Le esequie saranno celebrate oggi alle 12 nella chiesa di S. Spirito al Mercaduzzo.
Luigi Murciano