Nato a Gradisca d' Isonzo nel 1910, Padre Luigi Gorian ha trascorso gran parte della sua vita in Cile, più precisamente vi è stato dal 1949 agli inizi del 1996, quando, ormai ottantaseienne, è rientrato definitivamente in Italia, avendo considerato ormai conclusa la sua lunga “missione” nel Paese sudamericano.
Non si sa di preciso cosa l' abbia portato così lontano da casa: si sa soltanto, e lo racconta lui stesso in una intervista rilasciata nel 1989 a Luca Perrino del quotidiano Il Piccolo, che “ ... trovandomi a Genova in un grande collegio per ragioni di studio, conobbi un altro seminarista che stava per ritornare in Cile, dove avrebbe dovuto finire gli studi. Mi mise in contatto con un Vescovo cileno, così partii anch' io per quella terra lontana ....”. Dove nel 1953 viene ordinato sacerdote dall' Arcivescovo di Santiago del Cile Giuseppe Maria Caro e comincia ad operare come direttore di un convitto. Incarico che non è per lui, tanto è vero che dopo brevissimo tempo si fa trasferire a Calama, una città di 150 mila abitanti, nel nord del Paese, al centro di una delle zone minerarie più importanti del Cile. Qui, in quello che gli stessi cileni chiamano il “nord bravo”, cioè il nord feroce: 3000 metri di altitudine, un clima micidiale, deserto ed aridità tutto intorno alla città, Don Gorian si trova pienamente a suo agio. Le condizioni sociali sono tremende, ma il nostro sacerdote è un tipo da battaglia, le difficoltà ed i problemi invece di abbatterlo ne esaltano il carattere deciso e la capacità di parlare con la gente e specialmente con i giovani e con le loro famiglie. Si inserisce ben presto in questo ambiente e si fa apprezzare ed amare da tutti, dalle autorità con le quali parla da pari a pari e dalla cittadinanza, e specialmente dalla parte più umile di essa, che si rende conto come Don Gorian sia dalla sua parte, ma non a parole bensì con il cuore e sopratutto con i fatti.
Fonda il Gruppo Giovanile di Calama e il Gruppo Teatrale Giovanni XXIII, e trasforma questi giovani in attori che ogni anno portano in giro la rappresentazione della Passione; è insegnante nelle scuole primarie, cappellano militare ad honorem, giornalista; dà il suo appoggio alle famiglie in difficoltà, porge il conforto di una buona parola ai carcerati e ne assiste i familiari. Don Gorian è veramente un vulcano di iniziative, ma la sua attenzione maggiore si rivolge ai giovani, sa che sono loro la speranza del Paese ed è ad essi che si sente particolarmente vicino, aiutandoli a darsi una formazione di base veramente completa e ad inserirsi nella vita.
Nel 1982 viene mandato a La Serena, 100.000 abitanti, a 500 chilometri dalla capitale. Anche questo è un ambiente difficile, ma qui Don Gorian è facilitato nel suo compito trovandosi ad assistere una consistente comunità italiana,quasi mille persone, per la maggior parte agricoltori. Ma forse per Don “Lucho”, vale a dire Don Gigi, come tutti lo chiamano, la vita qui è troppo facile, così dopo soli quattro anni ritorna a Calama, per riprendere la sua attività in mezzo a quello che considera il “suo” popolo.
In tutti questi, Padre Gorian non ha mai tralasciato di mantenere i rapporti con la patria d' origine, Gradisca dove vivono i suoi familiari e la Provincia goriziana, e vi ritorna spesso, facendosi ogni volta accompagnare, quasi in un viaggio premio, da qualcuno dei suoi principali collaboratori in quel di Calama. E sviluppa i suoi contatti e ottiene grandi aiuti da coloro: privati, enti ed associazioni che ne apprezzano l' attività in Cile. Particolarmente vicini gli sono il Centro Missionario Diocesano, il Lions Club Gradisca- Cormons, l' Associazione Ricreativa Torriana, Mons. Virgulin di Ronchi dei Legionari, che lo ospita, e particolarmente solido è il legame di amicizia con il prof. Massimo Cellie, che l' aveva conosciuto nel 1956 in uno dei suoi primissimi rientri in Italia.
Ma gli anni avanzano inesorabilmente ed ecco che, agli inizi del 1996, Padre Gorian ritorna definitivamente in Patria, sistemandosi prima in una casa di riposo per missionari a Milano e poi trovando ospitalità nella Casa per sacerdoti di via del Seminario a Gorizia, dove si spegne serenamente, come chi sa di aver impegnato al meglio i talenti donatigli, il 2 novembre 1997.
Di questo eccezionale personaggio, di questo straordinario sacerdote, sempre capace di aprirsi e di darsi al prossimo, parlerà venerdì 3 dicembre alle 18 Luciano Alberton, in un appuntamento organizzato dalla Pro Loco di Gradisca nella sala al primo piano del Palazzo del Monte di Pietà in via Dante Alighieri, appuntamento ovviamente aperto a tutti.
L.A.