L’Associazione Culturale “Terre sul Confine” e il Gruppo Alpini ANA “Vittorio Beltramini” (Visco) hanno promosso la presentazione del libro di Valerio Perna “Relazioni tra Santa Sede e Repubbliche Baltiche (1918-1940) - Monsignor Zecchini diplomatico”. Ne parleranno i professori Valerio Perna (Università di Udine) e Ferruccio Tassin (Istituto di Storia Sociale e Religiosa di Gorizia). La manifestazione, che si svolgerà a Visco, venerdì 10 settembre, alle ore 20.30, nel padiglione degli Alpini, in Via Dante 14, gode del patrocinio dell’Ambasciata di Estonia in Italia, dell’Arcidiocesi di Gorizia, del Centro Polifunzionale dell’Università degli Studi di Udine a Gorizia e della Società Filologica Friulana.
Le pagine sono 230; c’è una sobria documentazione fotografica, l’indice dei nomi, la cronologia degli avvenimenti. Il libro di Valerio Perna, docente all’Università di Udine, storico e consulente di relazioni internazionali (soggiorni di studio in Lettonia, all’Università di Riga e in Polonia all’Università di Varsavia e all’Università cattolica di Lublino; importanti pubblicazioni sull’area baltica e polacca), Relazioni tra Santa Sede e Repubbliche baltiche (1918-1940) Monsignor Zecchini diplomatico, ricostruisce il mosaico assai complesso di questo strategico settore europeo.Il suo valore consiste non solo in tale aspetto, ma è anche il parametro delle straordinarie difficoltà seguite alla prima mondiale nel ricalibrare equilibri e nel tentativo di crearne di nuovi. L’Istituto di Storia Sociale e Religiosa di Gorizia si è assunto l’impegno della edizione insieme con la Editrice Forum di Udine (notevole il suo lavoro in sede di redazione), e alla Deputazione di Storia Patria per il Friuli, con il determinante contributo di una sempre sensibile Banca di Credito Cooperativo di Lucinico Farra e Capriva. Nitida la stampa della Grafica Goriziana. Diciassette le pagine di prefazione di Ferruccio Tassin. L’irruzione sulla scena europea dei nuovi Stati nazionali nel 1918-1919 fu una conseguenza della dissoluzione degli imperi continentali e della politica delle nazionalità del presidente americano Wilson. In quel clima maturò l’indipendenza delle tre Repubbliche baltiche di Estonia, Lettonia, Lituania. La diplomazia vaticana seguì l’evolversi degli eventi con l’abituale cautela. I riconoscimenti internazionali di Lettonia ed Estonia maturarono nel gennaio del 1921, ma rimase sospeso quello della Lituania in attesa delle definizione della controversia lituano-polacca riguardo alla città di Vilnius. Il mancato riconoscimento della Lituania introdusse una diversificazione nelle relazioni tra la Santa Sede e le Repubbliche baltiche.I rapporti con la Lettonia si avviarono sulla via della cordialità con la firma del concordato nel 1922 e l’apertura formale delle rappresentanze diplomatiche nel 1924. Anche i rapporti con l’Estonia crebbero di tono, nonostante l’esigua presenza dei cattolici nel paese. Viceversa, i rapporti con la Lituania furono improntati da ricorrenti malintesi, segnati anche da momenti di profonda crisi, nonostante che la popolazione professasse a grande maggioranza la religione cattolica. Il protagonista delle relazioni tra la Santa Sede e le Repubbliche baltiche fu per un quindicennio monsignor Antonino Zecchini, un gesuita originario di Visco. Inizialmente fu visitatore apostolico nelle tre repubbliche, competente per la sola cura della vita cattolica, poi divenne delegato permanente con più ampie competenze, quindi fu elevato alla carica di internunzio e poi di nunzio apostolico in Lettonia. Contemporaneamente resse la carica di amministratore apostolico per l’Estonia. Rimase in carica fino al momento della morte nel 1935 e trovò sepoltura a Riga, con solenni funerali di Stato. Il presente saggio ruota intorno alla figura di Monsignor Zecchini nelle sue funzioni di diplomatico, pur tracciando un affresco completo delle relazioni tra la Santa Sede e le Repubbliche Baltiche nell’intero periodo tra le due guerre mondiali.
Prof. Ferruccio Tassin, coordinatore della Associazione Culturale “Terre sul Confine” - Visco