Dieci Rover e Scolte e due capi del Clan di Gradisca d’Isonzo hanno vissuto l’esperienza della Route di fede e servizio in una Lourdes, per nulla turbata dall’allarme bomba, che come spesso accade allarma di più chi è lontano e lo riceve amplificato dai mass media che non chi vi si trova nel mezzo. Se di bomba si può parlare, questa è stata l’esperienza di umanità e di fede che i ragazzi hanno colto, passo dopo passo, nelle giornate vissute all’ombra dei Pirenei e soprattutto del mistero della Grotta di Massabielle. Giovani diciassettenni e ventenni vivono, nella loro progressione personale che incrocia anche la fede, un travaglio che è reso più complicato da un mondo che rifiuta Dio e da una comunità ecclesiale non sempre credibile e fedele al suo mandato, eppure a Lourdes questa difficoltà si è attenuata, quasi dissolta e le domande hanno trovato risposte, incrociando gli occhi delle persone, lasciandosi interrogare da intuizioni di storie di sofferenza, vedendo e condividendo gli atteggiamenti di fede. In particolare, un rover si è detto particolarmente toccato dal servizio affidatogli alle piscine, vedere le attese della gente, l’essere avvolti dal silenzio, sostenere la preghiera di attesa, trovarsi a pregare uno o due rosari, quando magari non ti era mai capitato di prendere in mano uno. E’ risultato prezioso il servizio reso al fratello sconosciuto, ma soprattutto il servizio di testimonianza che storie più sofferte che ti scorrevano sotto gli occhi stavano misteriosamente arricchendoti riscaldandoti il cuore. Una nota particolare gli scout l’hanno avuta nei confronti degli altri Clan del Nord Italia partecipanti alla medesima esperienza promossa dall’Agesci, la possibilità di intessere amicizie dentro esperienze forti, condividere a caldo le esperienze più significative della giornata.
Se di miracolo si può parlare questo è stato il poter vivere alcuni giorni in un luogo che è privilegiato, luogo rivelativo di un’umanità nuova, diversa, ma nello stesso tempo anche il punto sul pianeta di massima concentrazione di scout in servizio. Il poter rileggere poi l’esperienza scout in un contesto unico, poter trovare nella testimonianza di Bernardetta l’essenzialità della vita e la bellezza del rapporto con il Signore è un dono da ridonare in un servizio più quotidiano e semplice, forse non altrettanto attraente nelle nostre comunità.