Andare a Lourdes assume, per ogni persona, un significato diverso ma per uno scout rappresenta soprattutto un incontro. Fra Lourdes e gli scouts c'è un feeling particolare: essi hanno in comune il servizio agli ammalati e ai giovani, il richiamo all'essenzialità, al deserto, alla fatica e allo sforzo per il raggiungimento di mète significative. Così lo Scautismo traduce l'appello di Maria alla povertà, alla preghiera, e alla penitenza in una grande sintonia di valori condivisi comunitariamente. Anche il Clan di Gradisca, tutto impegnato in questo periodo a preparare la route di servizio nella cittadina dei Pirenei, potrà vivere, dal 14 al 21 agosto con altri quattro clan del Veneto, una arricchente esperienza di fede, comunità e servizio riflettendo come tutti i pellegrini quest’anno su quel segno prezioso e debole che ci caratterizza come cristiani, il segno della croce. Andare a Lourdes significa cogliere l’occasione per rivivere una forte esperienza di vita e riscoprire la bellezza della fede camminando nei luoghi che testimoniano la storia delle apparizioni mariane ed i tanti miracoli riconosciuti dalla Chiesa. Accanto alla Parola di Dio ascoltata e celebrata, all’icona dell’esistenza di Maria di Nazareth, un posto prezioso ce l’ha anche Bernadetta che è modello di vita familiare, testimone dell’Assoluto, scelta di vita, di servizio e di silenzio, di amore per i poveri, per i sofferenti, per l’Eucaristia. Imparare da Bernardetta a fare il segno della croce, che le è stato insegnato direttamente dalla Vergine Maria, vorrà dire per i giovani scout essere stimolati a riscoprire le radici e le motivazioni di quella fede personale che la loro età e il nostro mondo post-cristiano mette in discussione. Il segno della croce è quella testimonianza che quando è fatta pubblicamente dice molto, dice tutto, è il concentrato in un segno del nostro credo, della nostra appartenenza ecclesiale. Fare il segno della Croce è mettersi in comunicazione con Dio. La mano che tocca la fronte, il petto e le spalle esprime la partecipazione di tutta la persona nel rapporto con Dio. E questa è una dimensione da recuperare, ma che è anche ricercata dal mondo giovanile per il quale è importante che anche la dimensione della fede sia segnata dalla corporeità, dall’affettività, in una parola dall’integralità della vita.
A.T.