Omelia del parrooco don Maurizio Qualizza nel 6° anniversario della morte di Padre Antonio Vitale Bommarco.
Vi porto anzitutto il saluto e la benedizione di Padre Enzo Poiana, impossibilitato a presiedere questa Eucaristia perché colto ieri a casa da febbre e influenza. Saluto di cuore la sorella dell’arcivescovo, Gianna e il fratello Alvise, giunti qui in duomo per condividere con noi il ricordo e la preghiera.
In questa vigilia dell’anniversario della scomparsa dell’Arcivescovo Padre Antonio Vitale, la liturgia del giorno ci fa incontrare la bella figura di San Bonaventura da Bagnoregio, contemporaneo di San Antonio di Padova, per intenderci, e di San Francesco del quale fu discepolo, ma per la guida saggia dell’Ordine francescano, 17 anni come ministro generale, fu considerato «secondo fondatore e padre». San Bonaventura nel 1263, terminata la costruzione della Basilica di Padova procedette alla ricognizione e traslazione del corpo di San Antonio, e nello scoprire la lingua incorrotta, esclamò con stupore: "O lingua benedetta, che sempre hai benedetto il Signore e l’hai fatto benedire dagli altri, ora si manifestano a tutti i grandi meriti che hai acquistato presso Dio".
Sette secoli dopo (718 anni per l’esattezza) sarà Padre Bommarco da Ministro Generale ad effettuare la nuova ricognizione delle Reliquie del Santo trovando questa volta, con altrettanto stupore, le corde vocali incorrotte non trovate allora da San Bonaventura!
In questa cornice di Santi vogliamo fare memoria di Padre Vitale, lui che ben conobbe la loro vita, meditò i loro scritti per cercare di assomigliar loro almeno un po’ e in verità calcò le responsabilità dei Santi citati. Anche lui fu come San Antonio ministro Provinciale della Provincia patavina per 8 anni e come San Bonaventura fu Ministro generale dell’ordine per 10 anni.
Anche lui, sono parole dell’attuale Vescovo di Treviso padre Gardin, fu « Una persona che, pur immersa intensamente in attività febbrili, richieste dai suoi gravosi incarichi, avverte come suo profondo desiderio l'essere sempre più uomo di Dio »
E questa è una realtà che tutti dobbiamo perseguire secondo l’invito che il Signore ci farà proprio nel Vangelo di domenica prossima, quello di Marta e Maria….
Ma questa sera vogliamo fare memoria dell’arcivescovo contemplando le parole che il Signore Gesù ci ha detto nella pagina evangelica: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Sono stato testimone diretto, lo stesso avrebbe potuto dire al mio posto Padre Enzo, di quanto fu costante e impegnata la sua ricerca, il suo andare al Signore, il ritrovare in lui ristoro in mezzo alle tante amarezze e croci della vita, la disponibilità a prendersi sulle spalle il suo giogo “dolce e leggero” che ai nostri occhi appariva spesso troppo amaro e pesante, ma con il Signore tutto cambia, tutto viene trasfigurato…
Stasera padre Bommarco ci invita a guardare a questo Dio che lui ha cercato di servire, a vederlo come amico buono, che chiama a sé tutti coloro che sono affaticati e appesantiti dalla vita: da quel pubblicano al piccolo gruppo di uomini e donne che lo seguono, sino alle folle prive di speranza, oppresse dallo strapotere dei ricchi, colpite dalla violenza della guerra, della fame, dell'ingiustizia. Su tutte queste folle che ci sono anche oggi dovrebbero risuonare le parole del Signore: "Venite a me, vi darò ristoro". Ma c’è bisogno di qualcuno che lo annunci a questa umanità che sembra vagare senza meta. Il primo gesto che egli ci chiede è quello di "andare" da lui; anche oggi che regna l’indecisione e scorrendo il diario dell’anima, leggiamo che a 11 anni il futuro arcivescovo, “con molta sicurezza esprime ai genitori la volontà di essere frate, scartando l’ipotesi di diventare capitano di marina” (dove dovrà andare al suo posto il fratello qui stasera presente assieme a noi...). Lascia la sua Cherso ed entra nel seminario dei Frati Minori Conventuali di Camposampiero vicino a Padova, Nella relazione conclusiva per l’ammissione del giovane al noviziato il Rettore, P. Bernardino Bordin, lo definisce “tranquillo, amabile, gioviale, incapace di mantenere rancore”. E all’inizio del Noviziato alla basilica del Santo a Padova, il Maestro, P. Francesco Varotto, lo apprezza come “giovane di volontà forte e costante, di carattere mite e pieghevole, cioè umile di cuore”. Permettete, a conclusione, ancora un accenno all’ultimo suo santo e protettore, San Massimiliano Kolbe, del quale prese il motto che segnerà la ferialità di tutta la sua vita: “Da te stesso agli altri, questo è amore”….
Ti ringraziamo Signore perché stasera con questa coincidenza di Santi e di comuni impegni e servizi all’Ordine francescano ci hai fatto intravedere, ancora una volta aspetti salienti della persona di Padre Antonio Vitale. Fa o Signore che anche noi ci mettiamo alla tua scuola per imparare ad essere come te e come Lui, miti ed umili di cuore. Amen