Grande festa a Gradisca nella cornice della Chiesa di Santo Spirito, felice coincidenza, l'ha chiamata il Vicario generale, fare il dono della Cresima proprio nel tempio dedicato allo Spirito Santo. Una trentina i giovani di seconda superiore che hanno fatto un cammino di due anni, un'esperienza di rilettura dei loro sogni e dei loro interrogativi alla luce del Vangelo, nel tentativo di ri-scoprire il volto amico di un Dio che in Gesù Cristo diventa davvero fratello di ogni uomo.
Molto sentita la liturgia, concelebrata dal parroco, da don Michele e dai diaconi e accompagnata dal canto del coro giovanile di Santo Spirito, significativo anche l'incontro che don Adelchi ha
voluto avere con ogni giovane prima della santa Messa, per, ha detto poi nell'omelia, guardarsi negli occhi, come fa sempre il Signore. Ma sarà stata anche questa una celebrazione di passaggio, una specie di "addio" alla comunità?
E' l'interrogativo serio al quale non si possono sottrarre le comunità cristiane, il tempo della cresima è infatti la fase di preparazione delle condizioni di libertà perché nei giovani possano maturare capacità adulte nell'operare scelte consapevoli, anche nel campo della fede. I ragazzi infatti nell'età della preadolescenza sono coinvolti in due fondamentali iniziazioni:
quella cristiana e quella culturale. Oggi non c'è più quella simbiosi tra entrambe, che c'era forse fino a vent'anni fa, oggi c'è una forbice evidente, differenza che, più che suscitare nostalgie o arrabbiature, dovrebbe essere vista come molto stimolante a far emergere la differenza cristiana. Se non si assume tale sfida consapevolmente, si rischia la non comunicabilità dell'evento cristiano, perché le parole della fede rischiano di essere insignificanti per loro. Pensieri che sono stati chiaramente richiamati dal parroco don Maurizio all'atto di benvenuto e di presentazione dei giovani a monsignor Cabass, dobbiamo farci coscienti di dover passare non più solo dal catechismo ad una "catechesi per la vita cristiana" ma ad una "catechesi per l'evangelizzazione e la proposta della fede". Va ricuperato un annuncio finalizzato a proporre in senso forte la fede e centrato sull'evento pasquale, un cammino di iniziazione che faccia leva sulla conoscenza non intellettuale\dottrinale e basta, ma emotivo\affettiva, come ha ribadito il Convegno ecclesiale di Verona, perché è questo il canale che loro ascoltano meglio e permette di dire il cuore della fede, la persona di Cristo, che deve rivestire un grande fascino, senza dimenticare la dimensione della paternità di Dio e quella dello Spirito.
A.T.