ULTIMA MESSA CELEBRATA DAL PARROCO DON MAURIZIO NELLA CAPPELLA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Ultima Messa celebrata dal parroco nella cappella di san Giovanni Battista in occasione della festa del martirio del Precursore.
Nell'omelia ha richiamato come la testimonianza della sofferenza, per i martiri fino all'effusione del sangue, é segno di verità della fede. Citando San Giovanni Paolo II che nell'Angelus del 29 maggio 1994, aveva detto:
"E io vorrei che, attraverso Maria, sia espressa oggi la mia gratitudine per questo dono della sofferenza nuovamente collegato con il mese mariano di maggio. Voglio ringraziare per questo dono. Ho capito che è un dono necessario. Il Papa doveva trovarsi al Policlinico Gemelli, doveva essere assente da questa finestra per quattro settimane, quattro Domeniche, doveva soffrire: come ha dovuto soffrire tredici anni fa, così anche quest'anno", ha detto come la sofferenza può diventare quella cartina al tornasole della "verità" di ciò che viviamo, annunciamo, facciamo. Certamente essa non é un valore in sé, concetto espresso anche da Papa Francesco: "La sofferenza non è un valore in se stessa, ma una realtà che Gesù ci insegna a vivere con l’atteggiamento giusto. Ci sono, infatti modi giusti e modi sbagliati di vivere il dolore e la sofferenza”, ma se offerto in comunione con il Signore diventa spazio di redenzione.
Il parroco ha poi richiamato ai presenti la bellezza nella sua semplicità del piccolo luogo sacro che custodisce la bella e preziosa Pala del Quaglio, luogo diventato negli ultimi anni, di grande devozione e preghiera per chi passa e si ferma un momento a pregare e la storia che ci richiama a questo luogo con il suo "ambrosiano" della sua campana, una delle più antiche dell'Arcidiocesi di Gorizia, essendo stata fusa nel 1600.