Venerdì 12 settembre, a Visco, alle ore 20.30, nel padiglione degli Alpini (Via Dante), il prof. Ferruccio Tassin (Vicepresidente dell’istituto di Storia Sociale e Religiosa di Gorizia), parlerà su “La guerra sul confine: Visco 1914 - 1918”, con proiezione di immagini inedite.
La manifestazione è promossa dal Gruppo Alpini ANA “Vittorio Beltramini” di Visco e dalla Ass. Cult. “Terre sul Confine”, Visco.
Con la grande guerra (al momento dell’entrata dell’Italia), Visco, per secolo e secoli sul confine (dagli inizi del Cinquecento), prima con la Serenissima e, dal 1866 con l’Italia, cessò la sua funzione di importante centro doganale (istituito nel Settecento dalla Imperatrice Maria Teresa). Fin dagli inizi del 1914 fu segnata dal dolore: una novantina di uomini validi andò a combattere per l’Austria-Ungheria in lontane contrade. L’entrata in guerra dell’Italia segnò l’espandersi della tragedia con l’internamento in varie parti d’Italia di una ventina di uomini e donne con in testa il parroco don Mesrob Justulin, rei soltanto di essere stati fedeli alla propria patria. Il paese fu sede di 5 ospedali, compreso lo 0.35, della CRI, che fu l’ospedale attendato più grande d’Italia (1000 posti letto in tenda) e funse anche da ospedale contumaciale per infettivi. In esso morirono 560 italiani, austriaci e gente della contea di Gorizia e Gradisca. In paese morirono circa 1000 fra militari (la maggior parte) e civili, ed ospitò un cimitero militare. Dal punto di vista sanitario fu importante per aver ospitato un grande centro di disinfezione.
Ferruccio Tassin