Il Papa, recandosi in Corea vuole indicare l’Asia come una delle direttrici principali della missione della Chiesa nel mondo.
La scelta della Corea non è casuale: la fede cristiana si è radicata in quel Paese a partire dall’evangelizzazione condotta direttamente dai laici, i sacerdoti sono arrivati in seguito.
Ma il Papa sottolineerà l’importanza della riconciliazione nel Paese che è stato definito «l'ultima vittima della guerra fredda». Sarà questo il messaggio che lancerà alle due Coree ma anche a tutto il mondo, in particolare in quelle zone più delicate che in questi giorni Francesco non smette di richiamare alla nostra attenzione, come l’Iraq e la Terra Santa. Sarà anche la prima volta del sorvolo per un Papa della grande Cina, sicuramente di grande valore simbolico.
L’importanza di questo viaggio, ha dichiarato il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin è legata essenzialmente a più fattori,  «il fatto che il Papa, per la prima volta, si reca nell’Estremo Oriente, che grazie alla giornata asiatica della gioventù, che si svolgerà in Corea, parteciperanno rappresentanze dei giovani dei paesi vicini e anche della Cina e che rivolgendosi ai giovani Egli si rivolgerà al futuro di questo continente, si rivolgerà al futuro dell’Asia e ultimo che in questo momento di “tensioni mondiali”, la sua presenza è un monito a percorrere sentieri di pace».
In questi giorni dell’Assunta, lo accompagniamo con la nostra preghiera.