Domenica particolare quella del 2 marzo per i bambini della catechesi, che si sono ritrovati tutti per preparare le ceneri della Quaresima con il vecchio ulivo benedetto.
Così hanno scoperto personalmente da dove vengono le ceneri dell'antico rito del Mercoledì, ma soprattutto si sono ritrovati insieme, pur partecipando a diverse esperienze educative con un itinerario di fede caratterizzato differentemente.
E’ stato però un momento di annuncio e di catechesi, grazie al racconto preparato da don Giulio di «Ivo, l’Ulivo», qui sotto in pdf.
Una storiella apprezzata dai bambini che è stata richiamata dal parroco anche durante l’omelia della celebrazione Eucaristica, coinvolgendo i ragazzi.
Il segno della cenere è anzitutto un segno della debole e fragile condizione dell'uomo. Ce lo ricorda il racconto della Genesi quando Abramo rivolgendosi a Dio dice: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere…". Come del resto Giobbe che, riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: "Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere".
Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un cammino verso il Signore. Ricordiamo la predicazione di Giona a Ninive, che provoca la penitenza del re che si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere".
Possa questo tempo segnare una conversione anche nella nostra vita andando incontro al Risorto della Pasqua.