Interessante e ricco di spunti riflessivi e di provocazioni atte a risvegliare quel sano interrogarsi, necessario per capire e per capirsi, l’ultimo incontro della trilogia sulla figura e ancor di più sul carisma di S. Francesco, il santo della povertà, dell’amore totale a Dio e, come immediata attuazione pratica, all’uomo e al creato intero.
Fra Esterino ha preso per mano la numerosa assemblea, che è andata crescendo nei tre incontri, e l’ha guidata con semplicità, ma con ricchezza di riferimenti al Vangelo e alla vita di Francesco, che del vangelo ha fatto il suo “manuale d’istruzione” per vivere nella vita come un “alter Christus”. Francesco, figlio del suo tempo, si muove in una società alla quale si adegua, sia nel modo comune di vedere e pensare, sia nei comportamenti che ne conseguono. Ma dio lo sta aspettando al varco, lo prova, lo costringe con fatti contingenti, a fermarsi, a stare, a riflettere. Poi gli parla, lo chiama, lo invita, come solo Lui sa fare, a mettersi in movimento, a “ricostruire la sua casa che va in rovina”. E Francesco prende il volo, e la sua vita diventa vita vera. Fra Esterino si è soffermato molto sul fatto che Francesco si è convertito, perché ha scoperto che Dio era suo Padre e, di conseguenza, che gli uomini tutti erano suoi fratelli, Nel tempa poi della figliolanza con Dio fra Esterino ha spiegato che essere figli non è comportarsi bene e non è neppure una conquista, ma è un dono e che le persone che incontro, i fratelli, , sono di conseguenza un dono. Così dirà alla fine della vita nel suo testamento il Signore mi ha dato dei fratelli..”
Così Francesco scopre nell’amore la dignità sua e quella di ogni uomo e nella figliolanza con Dio, la liberazione da ogni paura, compresa quella che ognuno di noi si porta dentro, di sentirsi sempre inadeguato, peccatore e di conseguenza incapace di gustare quella libertà dei figli di Dio che fa dei cristiani dei fiduciosi ad oltranza e dei portatori di gioia. Molti sono stati gli int4erveti, molti i chiarimenti, molte le persone che si sono portate a casa una parola che ha dato consolazione e speranza. Grazie a fra Esterino per la sua capacità di porre e di testimoniare la Parola, con la passione che ha messo nelle sue “lezioni” e con la ricchezza di esempi legati alla sua esperienza personale, di uomo, di frate francescano, di superiore di una fraternità cappuccina. Auspichiamo possano essere ancora ripetuti questi incontri che hanno suscitato non un semplice interesse, ma desiderio di approfondire alla luce di un carisma speciale la propria fede. Un’ ultima annotazione che possiamo fare è che questo cammino ci ha fatto gustare anche la spiritualità di Sant’Antonio e anche l’essenzialità che siamo chiamati a riscoprire e far nostra nell’essere chiesa-comunità, ma forse prima ancora fraternità.
Alfreda Molli