Il Ministero Straordinario della S. Comunione, che supplisce o integra gli altri ministeri istituiti, costituisce un servizio liturgico intimamente connesso con la carità.
La possibilità di questo servizio è un gesto di squisita bontà nella Chiesa, « perché non restino privi della luce e del conforto di questo sacramento i fedeli che desiderano partecipare al banchetto eucaristico » (Istituzione "Immensae caritatis") e ai frutti del sacrificio di Cristo. L´istituzione di questo ministero, conferito sia agli uomini che alle donne, trova la sua ragion d´essere, in primo luogo, nell´attenzione pastorale verso coloro che non possono prendere parte alla celebrazione dell´Eucaristia e che, tuttavia, sono profondamente uniti a Cristo e alla Chiesa mediante la loro sofferenza, in particolare gli ammalati e gli anziani. In secondo luogo, esso nasce dall´esigenza di aiutare i ministri ordinari nella distribuzione dell´Eucaristia, qualora il numero elevato di fedeli lo richiedesse. Per venire incontro alle necessità spirituali della nostra Parrocchia, al gruppo dei Ministri si aggiunge da questa domenica 28 aprile Visintini Luigino, padre di quattro figli. Domenica 19 maggio, solennità di Pentecoste, festa patronale della Chiesa di Santo Spirito, nella stessa chiesa alla Messa delle ore 11,15 Luigino verrà presentato alla Comunità.
 
Il ministro straordinario della Comunione
Chi esercita un ministero risponde ad una vocazione ecclesiale rivoltagli dal Signore e non la realizzazione di una auto candidatura. Infatti, il ministero non può essere ridotto a titolo onorifico o biglietto da visita. E’ la comunità poi che sotto la guida del Vescovo e dei presbiteri compie il discernimento per ogni vocazione a qualsiasi ministero.  L’Arcivescovo Carlo nella sua omelia, citando il brano degli Atti degli Apostoli, ha rimarcato come Paolo e Barnaba scegliendo alcuni anziani per il ministero, ‘li affidarono al Signore’, ma anch’essi ha proseguito il presule, erano stati ‘affidati alla grazia di Dio’. Dunque ogni ministero mentre esprime la vivacità dello Spirito Santo, esprime anche la docilità della comunità all’azione di Dio.
In altre parole chi svolge un ministero vive la tensione del vero discepolo di Cristo che quotidianamente si sforza di seguire le sue orme malgrado i propri limiti. Coloro che svolgono un servizio non possono che essere dei buoni cristiani e onesti cittadini. Rispondere alla chiamata ad un ministero comporta il nutrirsi quotidianamente della Parola del Signore e dei Sacramenti della fede, ha sottolineato monsignor Redaelli.  Ricordando che l’Eucaristia è la fonte e la sorgente di ogni ministero così come costituisce anche lo stile di ogni servizio ecclesiale e coloro che svolgono un servizio nella comunità devono godere della stima della comunità stessa. Ogni ministero poi non è per la gloria di coloro che lo ricevono ma esclusivamente per la crescita della comunione ecclesiale. Chi attenta alla concordia, alla pace, alla comunione ecclesiale non può esercitare per nessuno motivo un ministero.