Quasi a volerci invitare ancora nella riflessione, dopo la Giornata del malato celebrata l’11 febbraio, anche oggi la parola di Dio, ci richiama al mistero della Vita e soprattutto alla caratteristica più forte del nostro Dio, il Dio amante della vita! Il brano dell’antico testamento, debitore della cultura del tempo, dove l’ammalato di questo tipo era davvero considerato un morto, seppur vivente, doveva gridare al mondo la sua diversità; » "impuro, impuro!" e vivere segregato stando la sua dimora fuori del campo» (cfr. Lev 13,45-46).
Certo, dentro gli schemi religiosi, ritualistici e farisaici non c’è posto per queste persone, oggi, dentro altri schemi, questa volta laicisti e di un umanesimo perduto, pure non c’è posto per loro …. A questi egolatrie antiche ed egoismi moderni Gesù rivela la volontà di Dio, la verità sull’Uomo, unica vera, salvifica, intoccabile.
Da questo incontro con Dio, l’uomo diventa "nuovo", annunciatore del vangelo, delle meraviglie che Dio opera nella storia, fonte del vero senso dell’esistenza umana, segno di un amore che contagia. Questa è una novità rivoluzionaria! Per Gesù, cioè per Dio, non ci sono uomini, donne, situazioni irrecuperabili, il Regno di Dio non tiene conto delle barriere del puro e dell'impuro, potremmo dire per stare alle discussioni di questi giorni, neppure del "legalismo di Stato o di un diritto che non salvaguarda l’uomo" per Lui la vita umana viene al primo posto, come molti hanno avuto il coraggio di dire e di fare! Oggi dobbiamo ringraziare il Signore perché davvero la sua parola, la sua presenza nella storia è il fondamento della libertà vera dell’uomo e della sua dignità, contro ogni "idolatria" di ciò che l’uomo, leggi, stati, istituzioni, hanno costruito nella storia.
E’ la forza del vangelo, tutti sono amati da Dio e chiamati ad essere il segno di questo amore divino che non fa differenze.
In altre parole, Eluana è sempre stata "persona" anche in questi diciassette anni di "stato vegetativo", pur non potendo esprimersi.
Due domeniche fa chi era alla Messa in duomo, ha sentito la testimonianza dei genitori di Alessio che diceva "Accettiamo l'Alessio che hanno cambiato, perché è sempre nostro figlio...."
Gesù compie un miracolo che lo rivela Messia, ma stranamente non vuole che questo si sappia. Perché? Perché c'è sempre il rischio (e il Vangelo di Marco ne è consapevole) di intendere male la messianicità di Gesù, di strumentalizzare la sua persona e di stravolgerne le intenzioni. In altre parole il Vangelo "è da annunciare a tutti, è per tutti, ma non è disponibile a qualsiasi interpretazione. Va predicato a tutti, ma va anche difeso nella sua originalità e nella sua purezza e questo è il servizio del Magistero della Chiesa.
Non basta parlare di Cristo, bisogna parlarne bene!"
don Maurizio