"La forza della vita nella sofferenza"
La vita è fatta per la serenità e la gioia. Purtroppo può accadere, e di fatto accade, che sia segnata dalla sofferenza. Ciò può avvenire per tante cause. La sofferenza appartiene al mistero dell'uomo e resta in parte imperscrutabile: solo «per Cristo e in Cristo si illumina l'enigma del dolore e della morte» (GS 22).
Chi soffre, poi, non va mai lasciato solo. L'amicizia, la compagnia, l'affetto sincero e solidale possono fare molto per rendere più sopportabile una condizione di sofferenza.
Ma anche davanti alla più grande sofferenza la vita umana è e rimane un bene inviolabile e indisponibile, e non può mai essere legittimato e favorito l'abbandono delle cure, come pure ovviamente l'accanimento terapeutico, quando vengono meno ragionevoli prospettive di guarigione.
La strada da percorrere è quella della ricerca, che ci spinge a moltiplicare gli sforzi per combattere e vincere le patologie - anche le più difficili - e a non abbandonare mai la speranza.
La via della sofferenza si fa meno impervia se diventiamo consapevoli che è Cristo, il solo giusto, a portare la sofferenza con noi. È un cammino impegnativo, che si fa praticabile se è sorretto e illuminato dalla fede: ciascuno di noi, quando è nella prova, può dire con San Paolo «sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne» (Col 1,24).
Quando il peso della vita ci appare intollerabile, viene in nostro soccorso la virtù della fortezza. È la virtù di chi non si abbandona allo sconforto: confida negli amici; dà alla propria vita un obiettivo e lo persegue con tenacia. È sorretta e consolidata da Gesù Cristo, sofferente sulla croce, a tu per tu con il mistero del dolore e della morte. Il suo trionfo il terzo giorno, nella risurrezione, ci dimostra che nessuna sofferenza, per quanto grave, può prevalere sulla forza dell'amore e della vita!
Una sofferenza senza senso, semplicemente subita, o relegata nella solitudine, non segnata dalla compassione e dell'amore dei fratelli, la sofferenza data agli altri, di qualsiasi genere, tra tutte la sofferenza a cui si condanna l’innocente con la propria malvagità o a causa della propria superficialità, è il vero demone del nostro tempo, quel demone-male che, ce lo ricorda oggi con fiducia il Vangelo, Gesù combatte e vince, se ci mettiamo in comunione con Lui.
don Maurizio