Con la festa del Battesimo di Gesù si chiude il periodo natalizio. Ritroviamo ancora una volta una voce amica, quella di Giovanni Battista, che indica il grande cambiamento, la svolta epocale attesa dall'umanità: la presenza del Salvatore. Il Battesimo di Gesù però ci chiama a ripensare al nostro battesimo, Egli sulle rive del Giordano iniziò quella vita pubblica, fatta di impegno e "passione" nell’annuncio del Regno di Dio, la domanda allora potrebbe essere: "che cosa ne abbiamo fatto del nostro Battesimo?" che risposta abbiamo dato a quell’affermazione che Dio stesso ha fatto su di noi: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Il Vangelo ci ha fatto vedere un Gesù che ama mescolarsi con la folla, che riceve da Giovanni il battesimo di penitenza, si immerge in questa umanità senza paura.
Io amo mescolarmi tra gli altri o imboscarmi per non sentire la chiamata ad essere protagonista e corresponsabile alla vita della mia comunità parrocchiale? E’ così facile lasciare cadere l’invito che il Signore ti fa, è così facile far finta di non vedere nella concretezza delle circostanze della vita il Signore che ti fa capire che nella persona, nell’anziano, nel bambino, nella famiglia ferita che incroci, c’è nientemeno che Lui che ti chiede l’acqua della speranza, il pane dell’amore, l’abito della tenerezza... Sì, é così facile lasciare cadere l’invito, ma se non lo fai il Signore ti riempie la vita di cose che prima non immaginavi neppure, allarga la tua angusta famiglia, ti toglie di dosso la disperazione o la volontà di "gettare la spugna". Nel mio piccolo l’ho sperimentato anch’io in questo tempo di Natale, tanto che mi è servito a fare una seria riflessione su ciò che è veramente, al di là delle liturgie o dei calendari, il grande mistero salvifico dell’Incarnazione.
Giovanni Battista vestito così poveramente come ci dice il vangelo, ci ricorda che noi e questo mondo abbiamo bisogno di riscoprire i valori essenziali della nostra esistenza … perché facendo nostri quelli effimeri siamo precipitati nel baratro del non senso … Gesù è venuto a consacrare questa verità nel proprio sangue, è venuto a ricostruire la giustizia nei rapporti umani e nei rapporti degli uomini con Dio; è venuto a ricostruire la pace; è venuto soprattutto a ricostruire una società basata sui vincoli di amore.
Tutto ciò Egli lo ha iniziato, fin dalla sua apparizione sulla Terra a Natale, lasciando però a noi battezzati il compito di esprimere nel mondo i valori del suo vangelo, della verità, della giustizia, dell' amore e della pace per completare la sua opera. Anche se in questi giorni, come nei duemila anni di era cristiana, proprio nella sua Terra Santa, tutto questo sembra essere smentito, non dobbiamo perdere la speranza e guardare con ottimismo e fede a quest’anno nuovo che il Signore affida alle nostre mani e al nostro cuore.
don Maurizio