Un pubblico attento ha seguito venerdì 18 dicembre 2009 la presentazione della guida “Le chiese di Gradisca”, redatto dalla dottoressa Francesca Parutto ed edito a cura dell’Istituto di Storia Sociale e Religiosa di Gorizia in collaborazione con la parrocchia di Gradisca.
L’opera si inserisce al numero dodici della serie ideata dall’Istituto e denominata “Le chiese nel Goriziano: guide storico-artistiche”.
Il suo limite “che appare implicito nella dizione della collana in cui questa pubblicazione è inserita” (La Castagnavizza, Premessa), ossia il carattere divulgativo, può rivelarsi allo stesso tempo una potenzialità. Con la lettura, infatti, “non risulterà un quadro che possa soddisfare in pieno quella sana curiositas del visitatore più esigente, - afferma il parroco nell’introduzione - ma credo riuscirà a far parlare quell’arte che altrimenti rischia di esser muta, a volte incomprensibile”. L’agilità del testo e le sue ridotte dimensioni, rappresentano uno strumento utile a chi entra nelle nostre chiese, e molte volte ricerca invano, come ha ben evidenziato la dottoressa Maria Masau Dan nella presentazione, un opuscolo di carattere storico-artistico.
Nella serata, nella quale è intervenuto anche don Luigi Tavano, presidente emerito dell’Istituto, l’autrice ha proposto un viaggio nella Gradisca del Settecento, narrando ai presenti l’organizzazione di due processioni, quella di Sant’Antonio e quella dell’Addolorata, che ben rappresentano la religiosità dell’epoca, nella quale le famiglie nobili della città rivestivano un ruolo di primo piano.
Gli stemmi di queste famiglie, a testimonianza di ciò, li ritroviamo in altari, banchi ed epigrafi delle varie chiese.
In questo dodicesimo numero è significativa, in particolare, la scelta di inserire una traduzione - seppur di una sintesi - in diverse lingue, tra le quali il tedesco, lo sloveno e il friulano, requisito senz’altro importante per una guida del Goriziano, terra dove la diversità linguistica è “di casa”.
Buona cosa sarebbe ora farsì che le guide - come avviene in alcuni casi - possano essere trovate dai visitatori nelle rispettive chiese dell’Arcidiocesi, svolgendo così pienamente il loro ruolo.
Andrea Nicolausig