La comunità cristiana di Gradisca si accinge a riabbracciare il suo arcivescovo-diplomatico.
Sua Eccellenza mons. Francois Robert Bacquè, già nunzio apostolico del Vaticano e titolare della cattedra gradiscana, fa infatti ritorno nella comunità di cui è l’arcivescovo titolare a sette anni dalla sua ultima visita.
Il prelato sarà a Gradisca nelle giornate di sabato 23, domenica 24 novembre e lunedì 25 prossimi proprio per festeggiare il suo 25esimo di episcopato. Mons. Bacquè, originario di Bordeaux, aveva visitato l'Unità pastorale di Gradisca d'Isonzo per la prima volta nel ’99, undici anni dopo la nomina e quindi nel 2003 e nel 2006.
Il titolo di arcivescovo di Gradisca, prettamente onorifico, è un retaggio dei tempi in cui la città fu sede della Diocesi congiunta di Gorizia e Gradisca.
Correva l’anno 1788 quando l’imperatore Giuseppe II decise di sopprimere la cattedra di Gorizia, ritenendola troppo decentrata, e di trasferirla nella Fortezza. Cio' creo' un caso diplomatico fra l'Impero e la Santa Sede, di cui si occupo' il pontefice Pio VI in persona. Ma la storia si fa ancor piu' curiosa, e racconta di una Diocesi gradiscana durata appena pochi giorni: la cattedra fu affidata a mons.Filippo conte d’Inzaghi, nato in Stiria da nobile famiglia di origine lombarda. Prima dell’insediamento, egli visitò più volte la fortezza e la Chiesa parrocchiale di San Salvatore, che diventando cattedrale, fu dedicata agli Apostoli Pietro e Paolo. La solenne cerimonia dell’insediamento si svolse il 26 aprile 1789, ma il neo-vescovo rimase pochissimo a Gradisca, lasciandola già il giorno successivo, dopo aver nominato suo vicario il parroco stesso. Il clamoroso ripensamento fu dovuto a forti pressioni politiche. A Gradisca non fece più ritorno. L’anno dopo, alla morte dell’imperatore, la sede venne definitivamente riportata a Gorizia. Giuridicamente la vita della diocesi di Gradisca si concluse il 20 settembre 1791.
Luigi Murciano
Dal 1791 la diocesi prenderà la denominazione di Episcopatus Goritiensis seu Gradiscanus e cioè Diocesi di Gorizia ossia Gradisca (Francesco Filippo dei conti di Inzaghi sarà il "primus episcopus Goritiensis seu Gradiscanus") e ciò rimarrà fino al 1830 quando la diocesi, dopo numerose richieste e suppliche alla Sede Apostolica, riassumerà parte dei territori attemsiani e tornerà ad essere Arcidiocesi Metropolita, con titolo principesco (qui la discussione e ancora aperta se gli arcivescovi di Gorizia siano Principi d'Austria o del Sacro Romano Impero, ma la risposta è sottintesa in quanto bisogna sempre far riferimento al titolo primigenio del 1766). Tutto ciò rimarrà fino al 1988 quando monsignor Antonio Vitale Bommarco deciderà di togliere il titolo di Gradisca con la conseguente nascita dell'Arcidiocesi Titolare di Gradisca. Così nella nostra Arcidiocesi, cosa del tutto inusuale ma a dimostrazione di una grande storia che ci segna in modo indelebile, sopravvivono "per famam et reputationem" agli antichi fasti ben tre arcivescovi titolari e cioè quello di Aquileia (a ricordo dell'antico patriarcato), quello di Grado (secondo patriarcato usurpato nel 1451 da Venezia) e Gradisca. L'Arcivescovo titolare di Gradisca d'Isonzo celebrerà domenica 24 novembre una messa solenne alle 11.15 nel suo Duomo, in occasione della festività di Cristo Re che segna anche la conclusione dell'Anno della Fede.
Il giorno prima la parrocchia di Gradisca d'Isonzo dedicherà al suo arcivescovo un concerto corale nella giornata appunto di sabato 23 novembre alle 20.30, protagonista - al Duomo dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo - il Piccolo Coro Artemìa di Torviscosa diretto da Denis Monte e accompagnato all'organo da Patrizia Dri. Il Piccolo Coro Artemìa è composto da coriste e coristi dai 12 ai 20 anni.