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La Madonna del Lussari nelle tre giornate di permanenza a Gradisca
LA MADONNA DEL LUSSARI NELLE TRE GIORNATE DI PERMANENZA A GRADISCA
La piccola statua della Madonna del Lussari, opera gotica di artisti austriaci, intagliata nel legno di tiglio e rivestita da un manto in lamina d’argento ha conquistato il cuore dei fedeli che, numerosissimi sono accorsi nelle tre giornate della sua permanenza a Gradisca, nel Duomo cittadino. Ma non è stato un accorrere solo o soprattutto devozionale, anche se questo aspetto, quello della pietà popolare è un tesoro della Chiesa.
La venuta di Maria, evento storico in quest’anno della fede, se da una parte era tesa a riscoprire la bellezza e la valenza di fraternità tra i popoli confinanti della nostra Regione che da secoli si realizza nel piccolo santuario del Monte Lussari in Valcanale, dall’altra è stata soprattutto preziosa occasione per tantissimi e comunque per chi l’ha scelto, di instaurare un dialogo, di fare il punto della propria vita di fede, e questo grazie alla continua presenza di confessori, sacerdoti, padri cappuccini di Gorizia e Castelmonte e delle suore missionarie dell’Immacolata Padre Kolbe che hanno animati i Rosari, hanno incontrato bambini e ragazzi a scuola, nell’attività dell’Oratorio e gli adulti in chiesa.
Particolarmente curata è stata la liturgia, i fedeli entrando in duomo si sono meravigliati nel sentire sempre delle corali accompagnare in modo appropriato e nel far sentire in svariati modulazioni l’inno della Madonna del Lussari.
A questo proposito un ringraziamento va ai cori parrocchiali, alla corale Gioconda dei malati di Parkinson del Friuli Venezia Giulia, alla corale “Virgo Melodiosa” di Latisanotta, al coro San Giuseppe di Monfalcone, al Multifariam di Ruda, al coro “San Vito” di Marano Lagunare, a quello sloveno della parrocchia di San Andrea di Gorizia, alla corale San Marco di Mossa, al coro “Aesontium” di San Pier e al coro “Cappello” di Begliano, al Città di Gradisca e al coro “cjantors dal non di Maria” di Capriva del Friuli.
Grande è stata l’accoglienza riservata all’ arrivo in piazza Unità, con sindaco e gonfalone comunale in testa. Portata a braccia dal rettore del Santuario mons. Dionisio Mateucig, la gente l’ha sentita subito vicina. Particolarmente bello l’incontro con gli anziani e ammalati, sostenuti anche dall’Unitalsi e dagli amici del Centro Volontari della Sofferenza. Particolarmente suggestiva l’ora animata da don Carlo Bolcina e don Ambrogio Codeglia con la comunità slovena. Ricca biblicamente di contenuti la veglia mariana e di suggestive armonie in tante lingue la serata corale.
La messa conclusiva di domenica sera, presieduta dall’Arcivescovo, è stata un’occasione per riflettere più puntualmente sui testi biblici della domenica di Quaresima che richiamavano sul bisogno impellente alla conversione, o come disse Maria alle nozze di Cana, di fare quello che Gesù ci chiede, di obbedire amorosamente alla sua parola. A conclusione della Messa è uscita la processione, semplice ed essenziale, illuminata solo dal chiarore dei lumini e della storica illuminazione del centro storico. Una serata il cui freddo è stato attutito dalle giornate primaverili che il meteo ha riservato alle tre giornate mariane.
In finale l’arcivescovo mons. Carlo Redaelli ha recitato la preghiera alla Madonna del Lussari Regina d’Europa e il rettore del santuario mons. Mateucig, ringraziando tutti, ha rivolto l’invito all’arcivescovo a salire a Svete Višarje, cioè alle alture sante.
Nelle indicazioni pastorali per l’anno della fede, la Congregazione per la dottrina della Fede aveva invitato a “rivolgersi con particolare devozione a Maria, figura della Chiesa, che «in sé compendia e irraggia le principali verità della fede». È dunque da incoraggiare, si legge nella Nota, ogni iniziativa che aiuti i fedeli a riconoscere il ruolo particolare di Maria nel mistero della salvezza, ad amarla filialmente ed a seguirne la fede e le virtù.”.
Con questo spirito è stata fatta questa proposta, tantissime persone della comunità si sono impegnate in un modo ammirabile e Maria ha ripagato largamente con le sue benedizioni.
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COMMENTI DEGLI UTENTI (1)
Alfreda Molli il 07 marzo 2013
M
C
Lo storico evento ha richiamato migliaia di fedeli Piccola, antica, lignea; chiusa in un manto d’argento a formare un tutt’uno con il Figlio che tiene fra le braccia, la statua della Madonna del Lussari è approdata, portata a braccia dal rettore del Santuario mons. Dionisio Mateucig, il 1° marzo, in una giornata di tiepido sole, in piazza Unità , a Gradisca d’Isonzo. Tolta dal suo trono di gloria, nel Santuario a Lei dedicato a Svete Višarje, letteralmente "le sante alture"dal quale, un po’ lontana e regale, è solita guardare con materna tenerezza, i numerosi pellegrini che salgono a Lei per renderle omaggio, venerarla e chiedere grazie, l’effige di Maria è scesa dalle cime innevate delle sue montagne alla pianura, accolta da numerose persone che la attendevano, con un po’ di stupore e di commozione, ma soprattutto con la sensazione che la visita della Madonna alla loro città sarebbe stata foriera di grazie spirituali, di rinnovate energie, di riscoperta della propria fede e delle proprie radici cristiane. Con questo spirito, i fedeli di Gradisca si sono preparati a vivere un triduo di intensa spiritualità e di celebrazioni in onore di Maria,certo, ma soprattutto per riscoprire, attraverso Lei, la storia meravigliosa d’amore e di salvezza che Dio ha compiuto, e continua a compiere, con tutti gli uomini e con ogni singola persona. Perché accogliere un’icona pensando di attribuirle solo valori taumaturgici o fermarsi all’eccezionalità dell’avvenimento rischia di ridurre una preziosa occasione di incontro, di preghiera e di conversione, ad un semplice momento di sentimentalismo e di religiosità popolare. Ma guardare ad un’immagine con gli occhi della fede, è andare oltre l’apparenza sensibile: è vivere l’evento di una presenza che riempie gli occhi e si può persino toccare, ma che porta a ben altro, aprendo una finestra sull’Eternità! Allora la mente ed il cuore percepiscono il bisogno di sostare un attimo a riflettere, a ripensare, “a ripassare” quel disegno di salvezza che Dio ha intessuto fin dai primordi, per l’umanità intera, chiedendo ad una Donna, povera ed umile, ma piena della Grazia, di permettergli di realizzare il suo progetto d’amore. E’ il “si” di Maria che spacca il silenzio dei cieli e riapre il varco alla speranza! Ed è a quel “si” che i fedeli sono grati, perché senza quell’assenso Gesù non sarebbe venuto fra noi, non sarebbe morto per noi, non sarebbe risorto per regalarci la possibilità di una vita senza fine. Allora l’icona di Maria divenuta quel mezzo, quel sussidio visivo che, contemplato con gli occhi della fede, risveglia i palpiti assopiti del cuore, richiama alla mente verità e realtà messe nel dimenticatoio, mostra suo Figlio senza stancarsi di ripetere a chi si avvicina anche solo per accendere un cero: “Fate quello che Egli vi dirà”! Nei tre giorni nei quali Maria ha posto la sua dimora in mezzo a noi occupando il suo nuovo trono di gloria nel Duomo di Gradisca, abbiamo potuto cogliere evidente l’immagine di Chiesa, come popolo di Dio, dove ci si incontra, si ascolta la Parola, si celebra l’Eucarestia, si dialoga con persone che sanno accogliere ed ascoltare (come le disponibilissime suore dell’Immacolata di P. Kolbe), si prega e si “ritorna “ al Padre nel sacramento della Riconciliazione. Particolarmente bello è stato l’incontro con gli anziani e ammalati, con la presenza anche dell’Unitalsi e dagli amici del Centro Volontari della Sofferenza. Particolarmente suggestiva l’ora animata da don Carlo Bolcina e don Ambrogio Codeglia con la comunità slovena, da sempre la più devota alla tradizione del Lussari. La tre giorni dedicata a Maria si è conclusa con la Messa solenne presieduta dall’Arcivescovo di Gorizia Mons. Carlo Redaelli e con la processione, ormai a sera inoltrata, nel centro storico della città. Una serata il cui freddo è stato attutito dalle giornate primaverili che il meteo ha riservato alle tre giornate mariane. In finale l’arcivescovo mons. Redaelli ha recitato la preghiera alla Madonna del Lussari Regina d’Europa e il rettore del santuario mons. Mateucig, ringraziando tutti, ha rivolto l’invito all’arcivescovo a salire a Svete Višarje. Nelle indicazioni pastorali per l’anno della fede, la Congregazione per la dottrina della Fede aveva invitato a “rivolgersi con particolare devozione a Maria, figura della Chiesa, che «in sé compendia e irraggia le principali verità della fede». È dunque da incoraggiare, si legge nella Nota, ogni iniziativa che aiuti i fedeli a riconoscere il ruolo particolare di Maria nel mistero della salvezza, ad amarla filialmente ed a seguirne la fede e le virtù.”. Con questo spirito è stata fatta questa proposta, è stato preparato l’evento. Certo non ci è dato di sapere come e quanto Maria abbia contribuito a farci riscoprire la necessità e l’importanza di mettere, o rimettere, Dio al primo posto nella nostra vita, ma vogliamo sperare che, nella sua misericordia di Madre, abbia elargito, a larghe mani, ricchezza di doni, insieme a desideri nuovi di conoscere e di amare suo Figlio……e di lasciarsi amare da Lui! I ringraziamenti vanno a tutti coloro che, secondo i personali carismi, hanno contribuito a solennizzare l’evento, a partire da S.E. l’Arcivescovo Carlo, i numerosi frati del convento dei cappuccini di Gorizia e di Castelmonte, don Simone salito dalla sua terremotata parrocchia emiliana di Poggio Renatico, alle tante “Marte “ che hanno curato il decoro del Duomo, alle persone che si sono turnate per una continua presenza in Duomo, al picchetto d’onore dell’Ordine di Malta ed alla Protezione Civile gradiscana; alle autorità cittadine; ai vari cori che hanno aiutato a vivere con più intensità le varie celebrazioni, in particolare quelli parrocchiali, alla corale Gioconda dei malati di Parkinson del Friuli Venezia Giulia, alla corale “Virgo Melodiosa” di Latisanotta, al coro San Giuseppe di Monfalcone, al Multifariam di Ruda, al coro “San Vito” di Marano Lagunare, a quello sloveno della parrocchia di San Andrea di Gorizia, alla corale San Marco di Mossa, al coro “Aesontium” di San Pier e al coro “Cappello” di Begliano, al Città di Gradisca e al coro “cjantors dal Non di Maria” di Capriva del Friuli.; ai giovani neocatecumenali che hanno animato egregiamente la veglia all’arrivo di Maria; agli scout, all’ Associazione Campanari del Goriziano - Pritrkovalci Goriske - Scampanotadors dal Gurizan e a tutti quelli che non è facile ricordare, ma ai quali va la riconoscenza ed il plauso del parroco e della comunità. Possa Maria, Madre di tutti i popoli, colmarci delle sue benedizioni e regalarci, per intercessione di suo Figlio, giorni di ripresa , di serenità e di pace, nonché un Nuovo Papa, come in tutte le celebrazioni si è pregato, che sia davvero secondo il cuore di Dio!
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SELEZIONE ESEGUITA: TEMA=Pellegrinaggio B.V. del Lussari risultati: 8
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