Forse è entrata già nel dimenticatoio, ma la lettera che Giovanni Paolo II aveva inviato agli anziani annunciando il Giubileo è quanto mai attuale perché sempre più i nonni sono la sicurezza dell’educazione dei piccoli e non poche volte, ce lo dice la pastorale parrocchiale, della loro “iniziazione cristiana familiare” pre-sacramentale. Una lettera, delicata e forte, scritta da anziano ad anziano, nella quale il Papa raccontava con molta confidenza come stesse vivendo lui stesso la vecchiaia e quali lezioni ne stava ricavando. «La vecchiaia – scriveva tra l’altro – alla luce dell’insegnamento e del lessico della Bibbia, si propone come "tempo favorevole" per il compimento dell’umana avventura e rientra nel disegno di Dio riguardo a ogni uomo come tempo in cui tutto converge, perché egli possa meglio cogliere il senso della vita e raggiungere la "sapienza del cuore"...».
E nella stessa lettera elencava con enfasi convinta i carismi della vecchiaia, cioè le caratteristiche tipiche di quest’età, un potenziale enorme di ricchezza interiore e di valori da far emergere, perché non sempre sono evidenti, e sviluppare: per se stessi e per gli altri. E sono anzitutto la gratuità e la disponibilità: per sua natura l’anziano è più disponibile a dare senza esigere contraccambi ed è questo un antidoto alle suggestioni di una società che tutto misura sull’efficientismo e sul tornaconto. Ma anche la memoria del tempo, da tramandare ai giovani, ai quali uno stile dominante solo proteso a vivere e godere il presente, sta facendo perdere il senso della storia e con essa la propria identità e il proprio futuro.
Con questo spirito la comunità cristiana di Gradisca, che durante l’anno celebra e indica tutte le diverse fasce sociali, non con spirito corporativistico, ma come occasione preziosa di evangelizzazione, ha festeggiato sabato 26 luglio la ricorrenza dei Santi Gioacchino ed Anna nella chiesetta dedicata alla Santa.
A.T.