Si è tenuto domenica 18 novembre, il Convegno delle Caritas parrocchiali 2012 a Monfalcone presso la Sala Conferenze dell'Azienda Speciale per il Porto. E’ stata un’occasione unica per far conoscere al nuovo Arcivescovo la bella realtà delle Caritas parrocchiali presenti nella nostra Arcidiocesi e cresciuta in questi ultimi anni. Realtà diverse con sensibilità particolari che pian piano stanno creando una rete solidale tra comunità. Realtà fatta di uomini e donne impegnati e dediti a rendere concreta la fede delle nostre comunità cristiane con le opere di carità, ma anche a educare le nostre parrocchie e la società civile a vivere concretamente la solidarietà, la gratuità e l'accoglienza.
Si è voluto, come si è espresso il direttore della Caritas Diocesana, organizzare il convegno diocesano non in una sala parrocchiale, ma nella sala conferenza del porto di Monfalcone, gentilmente offerta dall'Azienda Speciale, perché abbiamo pensato di coniugare l'annuale convegno delle Caritas parrocchiali con l'intitolazione della Stella Maris, inaugurata nello scorso marzo, al Servo di Dio Egidio Bullesi.
Il convegno è diventata cosa preziosa, occasione per far conoscere alle Caritas parrocchiali l'impegno dei volontari della Stella Maris a favore dei marittimi che arrivano nel porto monfalconese, davvero un mondo a parte che ci ha stupiti. Bello, profondo e sintetico l’intervento dell’Arcivescovo Carlo che si è detto orgoglioso del lavoro sentito delle Caritas e commentando brevemente il passo della Lettera di Giacomo, ha detto come questa sia una pagina che ha avuto nel corso della storia discussioni e polemiche, specie tra la chiesa cattolica e protestante per il famoso primato della fede sulle opere.
Il presule ha poi detto come bisogna guardarsi da due opposti, il devozionalismo religioso nel quale si aspetta il miracolo e ti distanzia dal mondo reale e quella visione del volontariato, dell’impegno terreno esagerato che rischia di appiattire l’azione cristiana sul sociale, su un orizzonte puramente umano.
Caritas invece non è un “no profit”, ma un segno eloquente del Regno di Dio, non una tra le tante organizzazioni, ma, quella testimonianza concreta. Personale che è stata capace nel Servo di Dio Egidio Bollesi di portare alla conversione forse tante persone, certamente il suo amico che più lo avversava da far scoccare in lui, con la conversione, perfino la vocazione religiosa. Infine mons. Arcivescovo citando la lettera Porta Fidei ““A che cosa serve fratelli miei se uno dice che ha la fede, ma non ha le opere?” (Gc 2, 14) “.
L'anno della fede sarà anche un'occasione propizia per intensificare la testimonianza della carità” (P.F. n. 14) ha detto come la testimonianza cristiana (testimonianza della carità) non è un’aggiunta alla mia vita cristiana, ma la trasparenza del mio essere cristiano. E citando il libro degli Atti ha detto come la definizione di Luca:” Erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere.”…Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno.” è il culmine. Il frutto della giornata di Pentecoste, il vero miracolo non sono il dono delle lingue, ma la nascita della comunità cristiana fondata sull’Amore.
Peccato aver constatato al mancanza di tante comunità parrocchiali, specialmente della città di Gorizia, praticamente assente, speriamo che al Caritas diocesana, l’Arcivescovo Carlo richiamo nuovamente tutti per un momento di riflessione e di comunione nell’ambito di quest’anno speciale della Fede.
don Maurizio
Validissimo per me il pomeriggio al Convegno diocesano delle Caritas parrocchiali con l'Arcivescovo Carlo a Monfalcone.
Ascoltare la testimonianza delle altre Caritas mi ha ridato una speranza che mi sembrava di aver perso...Siamo tutti nella stessa barca...Bisogna testimoniare il nostro essere Caritas per riuscir a coinvolgere più gente della comunità. Mentre parlavano, mi venivano in mente le tantissime persone che abbiamo a Gradisca, che pur non venendo al centro Caritas, sono esempi veri dell'essere Caritas. E con questa testimonianza viva, finiscono per attirare le persone e farsi seguire nella carità. Come ha ricordato don Paolo Zuttion nel discorso di Papa Paolo VI al Primo Convegno Nazionale delle Caritas Diocesane quando dice: "La Caritas Italiana ha una prevalente funzione pedagogica. Evidentemente la vostra azione non può esaurire i suoi compiti nella pura distribuzione di aiuto ai fratelli bisognosi. Quindi anche la nostra Caritas non esaurirà i programmi cristiani. Al di sopra di questo aspetto puramente materiale della vostra attività emerge la sua prevalente funzione pedagogica, il suo aspetto spirituale che non si misura con cifre e bilanci, ma con la capacità che essa ha di sensibilizzare le chiese locali e i singoli fedeli al senso e al dovere della carità in forme consone ai bisogni e ai tempi.
Mettere a disposizione dei fratelli le proprie energie e i propri mezzi non può essere solo il frutto di uno slancio emotivo e contingente, ma deve essere invece la conseguenza logica di una crescita nella comprensione della carità, che, se è sincera, scende necessariamente a gesti concreti di comunione con chi è in stato di bisogno."
Tra gli obbiettivi futuri della Caritas Diocesana ci sono il far nascere la Caritas Parrocchiale dove non c'è e aiutare a crescere quelle che esistono già. Bellissimo! Vuol dire che c'è speranza!!!
L'Arcivescovo Carlo ha detto di sentirsi orgoglioso e contento delle Caritas esistenti. Ha parlato di Fede e carità.
Le parole che mi sono rimaste: La testimonianza dell'essere cristiano è vivere il Vangelo.
Lidia