Si é rinnovato anche a Gradisca, nella chiesa di San Valeriano, l’unica borgata che ormai vanta il lavoro dei campi, l'appuntamento annuale con la festa del Ringraziamento. Presenti alcune autorità in rappresentanza del Comune e il presidente provinciale della Coldiretti Antonino Bressan, la S. Messa é stata officiata dal parroco che all'omelia ha commentato in modo articolato il messaggio della Commissione episcopale della Cei per la Giornata del Ringraziamento. Don Maurizio ha detto come la festa é inserita nell'Anno della Fede che é da cogliere nei gesti stessi del lavoro dei campi, al di là di tutta la meccanizzazione di cui oggi questo mondo dispone. Che cosa sono infatti le mani dell’agricoltore, aperte a seminare con larghezza, da detto , se non mani di fede? Non è forse la fede nella gioia di un raccolto abbondante, solo intravisto, a guidare le sue mani nella necessaria potatura, dolorosa ma vitale?
E citando il messaggio inviato alla Gente dei campi dal nuovo assistente ecclesiastico nazionale della Coldiretti, il gradiscano don Paolo Bonetti, ha continuato: ”La terra è la casa comune degli uomini. In questa casa c’è la vita. La terra è vita. Se la vita l’abbiamo ricevuta, vivere è ringraziare. Ringraziare per il mondo rurale diventa festa. E fare festa unisce in fraternità, che rende più umano il nostro vissuto quotidiano."
L'omelia non ha nascosto le difficoltà dell'oggi che investono in primis l'agricoltura, ma ha detto come c'é bisogno di guarda al futuro e investire sul futuro che significa investire sui giovani. Essi infatti, ricorda ancora il messaggio per l’odierna giornata, hanno bisogno di adulti che si schierino dalla loro parte, che investano per loro e con loro, che li accompagnino offrendo garanzia per il futuro. Purtroppo per tanti versi l’egoismo umano ha bruciato, o perlomeno ipotecato il futuro delle generazioni future, per questo bisogna ritornare a Dio, ritornare sui propri passi, fare un cammino di conversione, riappropriarci dei valori della semplicità e dell’essenzialità.
Al termine dell’eucaristia, dopo al benedizione delle macchine agricole sul piazzale della Chiesa, in una sala adiacente il presidente Bressan ha sintetizzato al situazione attuale del mondo agricolo locale, in particolare quella riguardante la questione degli indennizzi legati agli espropri subiti per consentire la realizzazione di opere pubbliche e quella delle assicurazioni contro il maltempo con un accenno alla situazione mondiale dove la contraffazione dei nostri prodotti è spudorata. Un articolato saluto è stato portato per l’amministrazione comunale dall’ex sindaco Gianni Fabris che la rappresentava.
Il tradizionale momento conviviale ha concluso la bella mattinata della comunità.
A.T.
OMELIA - FESTA del RINGRAZIAMENTO
18 novembre Messa del Ringraziamento
La parola di Dio di questa domenica ha tutto il sapore di fine corsa, cioè ci parla della fine o meglio del fine della storia, del giudizio finale del ritorno di Gesù.
Il profeta Daniele sottolinea quel tempo come un “tempo di angoscia”
Marco parla invece di quei giorni, dopo quella tribolazione………
E’ un tempo difficile indubbiamente anche il nostro, in tutti i contesti, e in quello agricolo in particolare per la crisi per le inondazioni, ma oggi dobbiamo dare spazio ad altri sentimenti….
«Confida nel Signore e fa’ il bene: abiterai la terra» (Sal 37,3). Questo bel versetto descrive efficacemente il cuore di tutti noi nella tradizionale Giornata del Ringraziamento in quest’anno della Fede, tempo di grazia e di benedizione. Le parole del salmo sono l’espressione di uno stile di vita radicato nella fede, con il quale desideriamo ringraziare il Signore per ogni dono che compie nelle nostre campagne e per il lavoro dei nostri agricoltori.
È, l’Anno della Fede, da cogliere nei gesti stessi del lavoro dei campi, al di là di tutta la meccanizzazione di cui oggi questo mondo dispone. Che cosa sono infatti le mani dell’agricoltore, aperte a seminare con larghezza, se non mani di fede? Non è forse la fede nella gioia di un raccolto abbondante, solo intravisto, a guidare le sue mani nella necessaria potatura, dolorosa ma vitale? E quando il corpo si piega per la fatica, che cosa lo sorregge e ne asciuga il sudore se non questa visione di fede, che allarga gli orizzonti e apre il cuore?
Ecco perché in questa festa, vogliamo fare memoria dell’esortazione di papa Benedetto XVI a «fare spazio al principio di gratuità come espressione di fraternità»
Nella fede riconosciamo la mano creatrice e provvidenziale di Dio che nutre i suoi figli. Ciò appare in modo speciale a quanti sono immersi nella bellezza e nell’operosità del lavoro rurale. Guai se dimenticassimo la relazione d’amore e di alleanza che Dio ha intrecciato con noi e che diventa vivissima davanti ai frutti della terra, per i quali rendiamo grazie secondo il comandamento biblico: «Il Signore, tuo Dio, sta per farti entrare in una buona terra: terra di torrenti, di fonti e di acque sotterranee, terra di frumento, di orzo, di viti, di fichi e di melograni; terra di ulivi, di olio e di miele; terra dove non mangerai con scarsità il pane, dove non ti mancherà nulla; Mangerai, sarai sazio e benedirai il Signore, tuo Dio, a causa della buona terra che ti avrà dato» (Dt 8,6-10).
Scrive l’assistente ecclesiastico nazionale della Coldiretti per questa Giornata, il gradiscano don Paolo Bonetti…...”La terra è la casa comune degli uomini. In questa casa c’è la vita. La terra è vita. Se la vita l’abbiamo ricevuta, vivere è ringraziare. Ringraziare per il mondo rurale diventa festa. E fare festa unisce in fraternità, che rende più umano il nostro vissuto quotidiano. Ma, per ringraziare, è necessario avere uno sguardo contemplativo sulla creazione. L’acqua, l’aria, la luce, le piante, gli animali sono presenze fondamentali che accompagnano la vita di ogni uomo. Per questo la terra, l’uomo, il lavoro sono in rete. Ogni spiga di grano, ogni grappolo d’uva è il frutto di questa sinergia tra l’uomo e la creazione. Anche il coraggio d’intraprendere proclama la dignità degli agricoltori come collaboratori del creatore. E poi nessun lavoro, come quello dei campi, raggiunge uno scopo più alto di quello di preparare il pane e il vino per l’Eucaristia. Da questa seconda relazione scaturisce l’impegno a non dimenticare nessuno perché tutti siano partecipi dei frutti della terra.
Ma ci chiediamo, dov’è il futuro di questo mondo bello?
E’ nei giovani e questi, ricorda il Messaggio per l’odierna giornata, hanno bisogno di adulti che si schierano dalla loro parte, che investono per loro e con loro, che li accompagnino offrendo garanzia per il futuro. Purtroppo per tanti versi l’egoismo umano ha bruciato, o perlomeno ipotecato il futuro delle generazioni future, per questo bisogna ritornare a Dio, ritornare sui propri passi, fare un cammino di conversione, riappropriarci dei valori della semplicità e dell’essenzialità.
Come?
- diffondendo una azione educativa e culturale che valorizzi la dignità di chi sceglie di rimanere a lavorare in campagna;
- favorendo nuove politiche per l’accesso dei giovani al mercato, incentivi per mettere a disposizione le terre, sostegno nella fase iniziale dell’attività.
Non è compito né mio, né di un’omelia scendere in particolari tecnici, ma il Vangelo, il valore della creazione ci impone di scendere nel concreto, nella storia degli uomini.
E’ sotto i nostri occhi il fatto che abbiamo fatto violenza alla terra, al creato, i cambiamenti climatici di questi ultimi tempi e i drammi di questi giorni in Italia sono arrivati anche nel nostro Friuli, compendio dell’universo come l’ha chiamato Ippolito Nievo, non possiamo più aspettare e sfruttare in modo irresponsabile…………
Ci aiuti San Martino, il cui gesto di condivisione del mantello è simbolo di ogni dono perfetto che viene dall’alto e che ci rende solidali.
E ci accompagni la Vergine Maria, che custodisce e medita nella sua storia ogni frammento di esistenza, per elevare un inno di benedizione, un perenne “Magnificat” che canti come il nostro Dio faccia davvero emergere i piccoli e i deboli, precipitando i potenti dai loro troni. Amen