Una giornata estiva ha baciato un’uscita che rimarrà nella memoria di bambini e ragazzi,ma anche delle famiglie che li accompagnavano.
La mèta era Aquileia, la città patriarcale e poi ad Aquas Gradatas, San Canzian d’Isonzo con la memoria dei suoi giovani martiri. L’uscita, inserita nel percorso di catechesi sia dei bambini di Riconciliazione e di Prima Comunione, sia dei ragazzi del biennio della Confermazione, voleva essere ed è stata un andare alle radici della nostra fede, là dove, agli inizi del cristianesimo, la buona novella si è incarnata nel cuore delle genti del nostro territorio.
Guidati dalla bravissima prof. Barbara Tomat, tutti hanno potuto godere, divisi a gruppi, della bellezza e del significato catechistico dell’affresco poponiano dell’abside. Una vera e propria catechesi sulla fede, a partire da quella totale di Maria, la Theotókos, degli evangelisti poi e dei martiri e santi Pastori della Chiesa di Aquileia.
Tutti hanno potuto così cogliere, da una parte la storicità della fede, messa ancora in dubbio dal pensiero relativista del nostro tempo, dall’altra la dimensione mariana della tradizione e teologia aquileiese. Bellissima è stata l’esperienza della quarantina di bambini che sulla piazza, quasi vigilati dal possente campanile di Popone, erano intenti nell’attesa del loro turno a provare tutti i canti per la Messa comunitaria della sera.
Quindi lo spostamento a San Canzian per riscoprire anche qui, per tantissimi per la prima volta, la stessa realtà di fede, forse ancor più sentita per la testimonianza di tre giovani fratelli, i martiri Canziani. I segni della grande basilica eretta a loro perenne memoria dalla prima comunità cristiana, il luogo del loro martirio, della sepoltura, lo stupore nel poter toccare con mano il sarcofago di Proto, loro catechista, l’altare con le loro reliquie si sono rivelate realtà parlanti.
Come dice Papa Benedetto nella sua Lettera apostolica, la “porta della fede” è proprio vero che questa “introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa” ed “è sempre aperta per noi. E’ possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma. Attraversare quella porta comporta immettersi in un cammino che dura tutta la vita.” Grazie alla nostra guida abbiamo capito che quei personaggi lontani nel tempo, ma “nostri” hanno creduto a tutto ciò, hanno testimoniato una grande fede in Cristo e questo può diventare davvero forza anche nel nostro impegnativo e a volte difficile quotidiano.
La Messa celebrata da don Maurizio e animata dai bambini, dai cresimandi, ma anche da coro di Vanni, che ha seguito la comitiva e ha fatto così sentire vicina e interessata a questa esperienza anche al comunità parrocchiale di Gradisca, ha concluso in bellezza il lungo pomeriggio che con tantissimi stimoli ha certamente offerto materiale per un ulteriore approfondimento nel percorso catechistico.
La cosa più bella però e notata da tanti è stato l’essere insieme delle famiglie,dei genitori, partecipi in questo cammino e anche in questa fatica con e a fianco dei catechisti, perché solo credendo e vedendola negli adulti, “la fede cresce e si rafforza; non c’è altra possibilità per possedere certezza sulla propria vita se non abbandonarsi, in un crescendo continuo, nelle mani di un amore che si sperimenta sempre più grande perché ha la sua origine in Dio.”