Nella semplicità e familiarità della cappella invernale si é celebrata ad Oblizza la festa patronale di Santa Maria Maddalena, arricchita dai canti popolari della tradizione italiana e slovena o meglio della Benecìa per opera dei fedeli del luogo.
La Messa é stata presieduta dal parroco di Gradisca d'Isonzo e concelebrata dai parroci di Cosizza e San Leonardo. Al termine della celebrazione eucaristica la tradizionale agape fraterna, segno dell'accoglienza e della cordialità sempre mantenuta dalle genti delle Valli, che pur nella sofferenza dello spopolamento, riescono sempre a rendersi presenti con la genuinità e la generosità che sono loro proprie.
OMELIA - OBLIZZA festa S. Maria Maddalena
Ho voluto mantenere le letture della domenica proprio per quel “passaggio” del Vangelo che abbiamo appena ascoltato: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Ecco oggi il Signore ci fa il dono di questo riposo attorno al suo altare per entrare in comunione con lui. Oblizza, oggi festa della patrona Santa Maria Maddalena, diventa un monte Tabor, un monte delle Beatitudini, come Gesù lo è stato per Maria Maddalena, il luogo del riposo del cuore, della sua vita tormentata e finalmente beata. Permettetemi di ricordare due sacerdoti che negli ultimi tempi hanno segnato la vita della Comunità, il carissimo don Emilio Cencig, che vive lontano a San Vito al Tagliamento e don Rino Marchig di cui abbiamo poco tempo fa celebrato il 30° della sua morte, li sentiamo in modo diverso vicini a questo altare, presenti a questa nostra celebrazione.
La nostra santa la troviamo menzionata nel vangelo di Luca dove leggiamo che “c'erano con Gesù i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità, tra queste Maria di Màgdala, che li assistevano con i loro beni.” Poi alla fine della vita di Gesù, quando i discepoli erano fuggiti, Maria Maddalena era là ai piedi della croce del Signore con Maria e Giovanni. Il giorno di Pasqua Gesù apparve a lei e la mandò ad annunciare la sua risurrezione ai discepoli, facendola in un certo senso apostola degli apostoli!
Ma dicevamo, oggi questa festa ci permette di estraniarci un po’ dal tran tran della vita ed essere su questo Tabor per riposarci un po’, per stare con il Signore.
Giorni fa in parrocchia una signora mi ha detto: quando vengo in chiesa mi riposo…e io pensavo….ma se viene a lavorare, a fare sempre qualcosa….
E invece è vero, ho trovato conferma oggi nel brano evangelico della verità di quella affermazione dove Gesù dice: Venite in disparte e riposatevi un po’” , ma che nel Vangelo di Matteo diventa: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò ristoro.“
Il nostro riposo-ristoro è nel Signore e non necessariamente quello eterno!....Ma quello quotidiano, dove riposo è sinonimo, significa pienezza di vita, senso delle cose che facciamo, possibilità di gustare, contemplare, verificare davanti a Lui il nostro vivere.
Gesù vede che i suoi stanno scoppiando, come tanti preti a causa di nuove parrocchie che vengono aggiunte, come se dovessimo serrare le fila e tappare tutti i buchi invece di costruire comunità…..(in questi giorni c’è stata un’assemblea qui nelle Valli sul tema della presenza dei sacerdoti o sulla loro mancanza guardando a un futuro ormai molto vicino…ho visto il manifesto proprio nella piazza di Montefosca) Non so a quale soluzione si sia venuti o che idee e proposte siano nate, ma certo non è facile………come del resto in pianura……….
Ma come anche tante persone, coppie e famiglie dove purtroppo in questo stress che spesso diventa qualcosa di più grave vengono coinvolti figli e bambini…
E Gesù, annota l’evangelista nella pagina che abbiamo ascoltato, “ha compassione dei suoi”, ha compassione di noi……
Ecco forse è la compassione il tesoro da salvare, non il servizio che può essere anche esaltante, i numeri di cui purtroppo a volte anche noi sacerdoti tante volte facciamo conto……..(…) Sì forse è giusto anche vedere queste cose, parlare, ma l’essenziale non è il numero, neppure dei preti, garantire come un tempo tutte le Messe, (vogliamo ricordare qui l’affermazione che spesso faceva il carissimo vostro arcivescovo monsignor Battisti; “più Messa, meno Messe” tanto meno non sono essenziali le tante strutture che ci pesano sempre di più………ma la FEDE che è essenzialmente uno “stare con Lui”
Il luogo solitario al quale il Signore ci invita è per parlare al cuore (cfr Osea 2). In questo tempo in disparte, il Signore concede ciò che ha veramente promesso, ciò che è più necessario: ci concede, dona se stesso. E trasmette il segreto del Regno e della vita. La vera terra promessa non è un luogo geografico ma un tempo con il Signore, per dare respiro alla pace, per dare ali al cuore, per essere riempiti della sua presenza, per innamorarsi di nuovo del Vangelo. Ne scelse Dodici, scrive Marco, perché «stessero con Lui». Stare con lui è il primo lavoro di ogni inviato, di ogni credente, di ogni discepolo, di ciascuno di noi. Solo dopo, dopo aver accolto la sua persona prima ancora che il suo messaggio, solo dopo quel contagio di luce, li manderà a predicare, ci manderà per essere suoi testimoni…
Maria Maddalena aveva capito questa lezione, dal Vangelo non sappiamo se fece cose straordinarie, certo stette con il Signore nei momenti della gioia e anche sulle alture della sofferenza quali il Calvario e poi fece l’esperienza del Risorto, come tra poco la faremo anche noi, in una parola visse la straordinarietà dell’amore e della fede nell’ordinarietà della vita. Ci aiuti la nostra Santa ad incontrare veramente il Signore Gesù per rimanere con Lui. Amen