Omelia
Carissimi benvenuti a tutti a questa celebrazione della 49ª Giornata del donatore di sangue.
Guardandoci attorno, di questi tempi, se siamo onesti con noi stessi non ci sarebbe poi tanta voglia di festeggiare per questa o quella occasione, la crisi non allenta la sua morsa, e ugualmente si vedono in giro tante ingiustizie, irresponsabilità e quella fame insaziabile di avere comunque anche a scapito degli altri. Ma oggi facciamo festa perché voi, queste realtà di volontariato siete i soggetti del dono, di partecipare in prima persona alla salvaguardia del nostro Paese, dell’Italia, dei suoi valori più preziosi, non con parole, ma guardando alla concretezza,. al bisogno dei suoi cittadini.
Alla vigilia allora del 40° di fondazione bisogna dire che 4 decenni non sono pochi e probabilmente tutto è partito, come abbiamo sentito nella prima lettura da una realtà piccola, da una prima disponibilità, da una cosa piccola come ricordava il profeta Ezechièle con quel:
Così dice il Signore Dio: “Un ramoscello io prenderò dalla cima del cedro, dalle punte dei suoi rami lo coglierò e lo pianterò sopra un monte alto, imponente;
lo pianterò sul monte alto d’Israele. Metterà rami e farà frutti e diventerà un cedro magnifico.”
C’è una logica nei gesti d’amore, di altruismo che va oltre i nostri soliti modi di ragionare e spesso va in senso opposto a quelle che sono le dinamiche sociali, un po’ come ci ha detto Gesù nel Vangelo: “Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.”
Oggi attorno a questo altare vogliamo però sentire la presenza di tanti altri che non ci sono più e che sono stati preziosi, anelli forti di una catena di solidarietà che ha permesso il ritrovarci quest’oggi.
Pur nella distanza del tempo, sono presenze che sentiamo vere, un po’ come l’Eucaristia che, pur nella distanza del tempo da quell’Ultima Cena e unica Messa di Gesù, qui e ora si fa presente la stessa forza d’amore, la stessa passione di un Dio che per noi è salito sulla croce, ha versato il suo sangue per la salvezza del mondo. Ecco questo gesto del sangue, del dono, non è solo un fatto tecnico di richiesta, di disponibilità, di salute per il donatore e il ricevente, ma ha una valenza di salvezza, porta vita e soprattutto speranza all’umanità, è provocazione al mondo e alla società che oggi ha quasi tutto monetizzato, svilendo così il valore delle cose, mentre questo gesto è fatto nella totale gratuità, senza le passerelle dei formalismi e dell’apparire, ma nel silenzio e nella riservatezza.
Non avete mai pensato che nell’atto di donare, voi stendete il braccio come ha fatto Gesù sulla croce? Oggi c’è quanto mai bisogno di aprire il palmo della mano, di stendere il braccio per non chiuderci nei nostri gretti egoismi…Questo gesto vogliamo donarlo al Signore perché lo benedica, perché lo rafforzi, perché ci confermi in questa bella e concreta fraternità.
Non avete mai pensato che Gesù proprio nell’atto di donare il calice che contiene già il suo sangue dice le parole: «Fate questo in memoria di me» (Lc 22, 19)
In un certo senso anche il nostro, vostro dono è attualizzare quel gesto santo, salvifico, è un farlo in sua memoria, è attualizzare l’Amore concreto nella vita e nella storia degli Uomini. E di quanto amore ha bisogno questo nostro mondo, questa nostra Umanità……..
Sì è vero la presenza di Dio passa attraverso i sacramenti della Chiesa e la storia che Egli conduce, ma noi amiamo pensare che passi anche dentro questo gesto, questo dare o meglio questo offrirsi, perché non diamo semplicemente una cosa, diamo parte di noi stessi, nel sangue umano c’è una dimensione personale...un’eco del nostro io, della nostra vita!
Una presenza che passa attraverso il concretizzarsi del comandamento nuovo che Gesù dice essere il “suo” comandamento: «Che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi». Cioè di un amore che dona la vita e il sangue è simbolo di questa. Oggi allora non facciamo nessuna autocelebrazione, ma accogliamo il valore aggiunto, il senso profondo che Dio stesso dà a questo nostro dono, a questo nostro gesto e lo ringraziamo perché per farlo ha scelto proprio noi……….Amen
Preghiera del Donatore di S.S. Giovanni XXIII
O Gesù Salvatore, che hai detto:
"Tutto ciò che avete fatto a uno dei più piccoli tra i miei fratelli, l'avete fatto a me" (Matt, 95,40), guarda propizio all'offerta, che Ti facciamo.
Le angosce dei sofferenti, Tuoi fratelli e nostri, ci spingono a dare un po' del nostro sangue, perché ad essi ritorni il vigore della vita, ma vogliamo che tale dono sia diretto a Te, che hai sparso il Tuo sangue Prezioso per noi. Rendi, 0 Signore la nostra vita feconda di bene per noi, per i nostri cari, per gli ammalati, sostienici nel sacrificio perché sia sempre generoso, umile e silenzioso. Fa che con fede sappiamo scoprire il Tuo volto nei miseri per prontamente soccorrerli, ispira e guida le nostre azioni, con la pura fiamma della carità affinché esse, compiute in unione con Te, raggiungano la perfezione, e siano sempre gradite al Padre celeste. Così sia