Abbiamo vissuto stasera la più lunga liturgia della parola dell’anno liturgico che riassume tutta la storia della salvezza.
La chiave di tutto sta nell’ultima proclamazione o se vogliamo nel Preconio pasquale che è stato cantato, Gesù, il crocifisso è risorto!
Abbiamo ascoltato il racconto della creazione che segna il passaggio dal nulla all’essere…La Pasqua di Gesù ci ricorda che all’inizio del tempo e del mondo non c’é un Dio che soffre di solitudine, ma che ha voluto condividere per amore con gli altri la sua vita…questo arriva a quel passaggio del libro della Genesi dove Dio dice non è bene che l’uomo sia solo, c’è il bisogno la necessità di un’appartenenza ad una famiglia, alla comunità, vivere l’esperienza della comunità non è facoltativo, un di più, ma è prezioso ed essenziale…..
Certo c’è l’esperienza del peccato ma Dio non abbandona l’uomo, l’abbiamo visto nella storia di Abramo o meglio la sua rinuncia, il sacrificio del figlio, ma in forza della fede suo figlio gli viene ridonato. Il frutto della sua carne diventa ilo frutto della sua fede. E’ l’invito per noi di uscire dalla logica di possesso delle cose e delle persone e mettere tutto e tutti nelle mani di Dio, percepirle come “dono affidato”
M le forze avverse della storia sono forti e ci si ritrova continuamente in schiavitù, ed ecco fedele l’intervento di Dio, lui è più forte di ogni male, la liberazione dall’Egitto, il passaggio del mar rosso è il nostro Battesimo che ci ha fatti protagonisti e corresponsabili nella Chiesa, persone che sono chiamate a mettere a frutto i doni, i carismi che il Signore ci da donato.
Ma questo dono lo dobbiamo sempre riscoprire, non ci è dato una volta per tutte, perché la tentazione di abbandonare il Signore c’è sempre, c’è stata anche per Gesù ci ha ricordato il brano delle tentazioni in Quaresima
Ce lo ricordava il profeta Isaia…….
Afflitta, percossa dal turbine, sconsolata,
ecco io pongo sullo stibio le tue pietre
e sugli zaffìri pongo le tue fondamenta.
Farò di rubini la tua merlatura,
le tue porte saranno di berilli,
tutta la tua cinta sarà di pietre preziose.
Lo stesso dice il profeta Ezechiele, anche lui a Babilonia deportato con il suo popolo sperimenta e annuncia dentro la sofferenza la fedeltà di Dio, un futuro positivo, apre il cuore dei suoi alla speranza.
Ebbene tutto questo diventa vero attraverso i secoli e gli spazi siderali (come dice una bella canzone di Franco Battiato) con Gesù che è venuto a riedificare a sanare il nostro cuore, con Lui che avrebbe tolto dai suoi figli il cuore di pietra e avrebbe dato loro un cuore nuovo, anzi avrebbe dato addirittura il suo Spirito. Con la risurrezione di Cristo tutto ciò che è distrutto si ricostruisce, ciò che è invecchiato si rinnova, e tutto ritorna alla sua integrità, grazie allo Spirito Santo che il Risorto ha effuso sui suoi discepoli nel cenacolo. E che effonde in questa Liturgia di Comunione al suo Corpo e al suo Sangue, qui, adesso, stanotte avviene così il passaggio dalla morte alla vita. Ce lo dirà San Paolo nella sua Lettera di domani “…Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, le cose di prima sono passate ecco ne sono nate di nuove”!
Allora non facciamo come le donne del Vangelo che vanno per curare e venerare un corpo morto (potrebbe essere la nostra fede, la nostra religiosità, la nostra stessa vita…) viviamo il loro stesso stupore nell’accogliere l’inaspettato annuncio, non è qui è Risorto!
Buona Pasqua a tutti! Amen