Guido Soster ha tagliato domenica 18 marzo lo splendido traguardo del secolo di vita: è l’uomo più longevo in città. Persona affabile, dalle buone maniere e l’ottima cultura, ieri è stato festeggiato durante la messa domenicale al Duomo dedicata dal parroco don Qualizza alla odierna festa dei papà. Una gradita coincidenza per quello che è stato in effetti un papà esemplare oltre che un professionista impeccabile. Originario di Castellavazzo (Belluno), Soster ha vissuto la sua giovinezza fra Vittorio Veneto, Montebelluna e Treviso. Amante dello studio, ha completato in Veneto gli studi in chimica prima di affrontare il servizio militare come ufficiale di complemento in seno alla Brigata Alpina Cadore. Terminato l’obbligo nei confronti della Patria, Soster è stato assunto dall’Italsider, operando nelle sedi di Savona prima e Trieste poi, come capo ufficio produzione. Un impiego sedentario e ripetitivo per una persona molto dinamica, ma che gli fu utile ad evitare il temuto richiamo militare sul fronte russo. Il lavoro di ufficio iniziò comunque a stargli stretto: di qui la decisione di licenziarsi, negli anni Sessanta, per intraprendere la più gratificante attività di informatore medico-scientifico per alcune importanti case farmaceutiche, e successivamente di ispettore. Professione talmente amata da indurlo alla meritata pensione soltanto alla considerevole età di 76 anni. Ritiratosi a vita privata per ragioni di salute ha coltivato in quiescienza la passione per la montagna, passando dall’amore giovanile per sci e scalate ad infinite, salutari passeggiate ed escursioni. Oggi è un grande cultore di musica, oltre che un lettore vorace di libri e quitidiani. Il segreto della longevità? La dieta mediterranea, una fede solida (“Dio mi vuole ancora qui, questo è solo l’inizio” scherzava ieri al termine della messa) e l’amorevole vicinanza della figlia Giancarla, il suo angelo custode.
La persona più longeva della Fortezza ha 102 primavere: si tratta della signora Ida Simonaggio (1910), seguita da Evelina Zumin (1911) e per l’appunto da Guido Soster (1912). Nel corso dell’ultimo anno Gradisca aveva salutato una dopo l’altra tutte le sue primatiste in longevità: Oliva Maurig (classe 1904), Maria Ferlat e Iolanda Franco (1905) e Paola Rosa Bellumat (1908), oltre a Mario Bressan (1910). Oggi il “club” dei centenari grazie a “nonno” Guido torna dunque fortunatamente a infoltirsi.
Luigi Murciano