Ogni oggetto, stautuine incluse, di questo presepe è stato trovato in discarica.
"Il processo dell'incarnazione va al passo con l'evoluzione tecnologica e la discarica allude, nella dismissione di beni e oggetti di ogni tipo, all'accostarsi del Gesù cristiano agli ultimi e ai tempi in cui viviamo, fatti anche di sprechi e di bisogni primari.
Il risultato, il presepe realizzato, contiene qualcosa di inquietante e di sorprendente insieme, non è nè offensivo nè sacrilego, semmai è molto evangelico nella visione di un evento che si perpetua nel tempo, nella storia e nelle diverse epoche che l'uomo vive. Compresa quella teconologica, post-moderna, ricca di eccessi e di miserie, ben rappresentate dalla discarica (anche con la sua funzione di deposito, riciclo, riutilizzo ed aggregazione). Luogo in cui può trovare posto anche Colui, Gesù bambino, che non lo trovava in quelli che al suo tempo potevano essere alberghi, ostelli o altro."
Questo commento inviato all'autore del particolarissimo presepe lo trovo pertinente.
Certo oggi il dato religioso é di fatto messo da parte, non trova spazio nella società non solo post-tecnologica, post-moderna, ma anche post-cristiana. Sembra infatti che il cristianesimo dia fastidio e se ci sono delle offensive verso le religioni c'é subito un'alzata di scudi, meno sembra quella cristiana. certo, perché la croce, come ricorda San Paolo é scandalo, “E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani.” (cfr.1 Cor). I Giudei, cioé i religiosi di oggi si muovono dietro gli eventi che fan parlare, che fan rumore, le apparizioni, i miracolismi appunto, i pagani, cioé quelli che si son fatti una religione laica, fai da te ricecano sapienze raffinate, illusioni filosofiche che non danno salvezza. E Gesù? E' messo da parte, un brav'uomo, un grande uomo, un'arianesimo di ritorno sotto alte forme che mina la verità sull'Uomo, quella antropologia cristiana che lo aveva riscattato da tante forme di schiavitù. Bello e provocatorio allora questo presepe, che però manifesta anche l'imperscrutabilità della misericordia e della sapienza di dio che non si tira indietro e che viene comunque, che nasce comunque, oggi come ieri dentro un'umanità che é una stalla, che vien posto "tra i suoi" su della paglia e forse anche quella sporca.
don Maurizio Qualizza