Mai vista una chiesa così stracolma di fedeli per festeggiare il patrono, la coincidenza della domenica, la presenza del reparto Scout, dei bambini e ragazzi della catechesi hanno letteralmente riempito in ogni spazio il bel tempio del Borgo Basiol, ricordato in questi giorni sulla stampa non come l’opera di un’impresa, ma di un popolo capeggiato dal mitico don Sante Gobbi.
Per l’occasione la liturgia è stata accompagnata dal coro senza frontiere che si è unito a quello di San Valeriano, avvolgendo d’emozione con i suoi canti tutto il rito. In apertura c’è stata la processione con l’Evangeliario portato dal diacono e così entrato a far parte della vita liturgica della comunità, come ha evidenziato il parroco fin dal saluto iniziale, ringraziando la Comunità del Santo di Padova che con gesto munifico l’ha voluto donare alla parrocchia.
Nell’omelia don Maurizio ha voluto sottolineare il senso dell’Avvento con alcuni passaggi nei quali ha trasmesso la ricchezza ricevuta, assieme ad alcuni volontari caritas, nel corso di vari incontri a Roma in occasione del convegno nazionale della Caritas italiana con il Papa in occasione del quarantesimo della benemerita opera ecclesiale. In particolare un’immagine suggestiva di Papa Benedetto il quale si era espresso dicendo che anche noi siamo invitati ad avvicinarci al Signore che viene facendoci prossimo insieme nel “prendersi cura di chi necessita di sentire il calore di Dio attraverso le mani aperte e disponibili dei discepoli di Gesù. Questo è importante ha ribadito: che le persone sofferenti possano sentire il calore di Dio e lo possano sentire tramite le nostre mani e i nostri cuori aperti. Non è mancato un accenno al significato del cammino che i ragazzi della confermazione con una preghiera hanno espresso alla comunità presentandosi alla medesima e così pure un grazie ai bambini che avevano abbellito ancor di più la chiesa con una quarantina di disegni che interpretavano l’icona di San Valeriano. Al termine della celebrazione sono stati chiamati all’altare gli scampanotadors, il giovanissimo gruppo di Gradisca che da dieci anni allieta le tante feste della comunità, ma che si fa presente decine di volte in tante località della diocesi e della regione. Al gruppo è stato consegnato il premio San Valeriano 2011, presente pure il piccolo Nicolò, il mamolo de Gravo, ha detto il parroco salutandolo, che ha una passione che sa dell’incredibile. Nella motivazione è stato sottolineato il fatto di aver saputo recuperare e valorizzare con costanza una tradizione antica che, attraverso il suono festoso delle campane, rende solenni i giorni più importanti della nostra comunità parrocchiale, promuovendo altresì la crescita e lo sviluppo di questo servizio ecclesiale. Andrea che è anche presidente dell’associazione campanari del Goriziano, ha alla fine ringraziato con queste parole:
Come gruppo scampanotadôrs, non possiamo che esprimere il sentimento che oggi ci accomuna, ossia una profonda gratitudine al Signore e alla comunità parrocchiale di Gradisca. Non nascondiamo il nostro stupore quando ci è stata comunicata questa notizia, che abbiamo accolto con iniziale ritrosia, consci di tanti limiti e inadeguatezze, soprattutto se raffrontati alla lista delle tante persone che hanno ricevuto questo premio. Della nostra esperienza possiamo dire soltanto, con molta semplicità, che siamo fortunati perché anno dopo anno incontriamo ancora bambini e ragazzi che dal suono delle campane rimangono affascinati. Non c’è altro motivo per diventare campanari: anche perché, in alto sul campanile, non c’è un pubblico pronto ad applaudire, ma un popolo appena da richiamare. Ed è questo, in fondo, il nostro compito: annunciare con il suono festoso delle campane le maggiori feste cristiane, contribuendo a portare quell’aria di festa capace di scaldare animi e cuori.
Potremmo concludere qui questo breve pensiero di ringraziamento, ma siccome questo riconoscimento ci viene assegnato nella chiesa di San Valeriano, non possiamo che lasciarci con l’auspicio; Noaltris scampanotin a Gardis’cia in Domo e all’Addolorata, scampanotin sulla Bruma, ni plasares vignì un doman a sunà ancia cà tal borc Basiol: il tor l’e sa pront, mancin dome li ciampanis. La festa è poi proseguita con l’attesa inaugurazione dei campi da gioco, futbal e basket recentemente realizzati, con gli interventi del sindaco di Gradisca che ha manifestato il suo apprezzamento per l’intervento che arricchisce notevolmente il Borgo, con un bel discorso del rappresentante della Regione Franco Brussa sul valore oggi di questi strumenti di incontro e di crescita nelle comunità e sul territorio che ancor di più oggi fanno di Gradisca un centro unico nel suo genere e infine con l’auspicio del parroco a render fruibili questi spazi, ad aprirsi come comunità nel servizio educativo verso le giovani generazioni e nel conservare questo bene che da oggi ancor di più è di tutti.
Il taglio del nastro ha suggellato una ricca e bella mattinata mitigata ancora dal sole.