Trenta servitori del Vangelo
Oggi sembra che abbiamo davvero voluto smentire il fallimento del re, il fatto che nessuno abbia voluto partecipare alla sua gioia, questa chiesa traboccante è il bel segno della finale della parabola, quella sala delle nozze che alla fine si riempì di commensali.
Così il parroco don Maurizio ha iniziato un’appassionata omelia, rivolta soprattutto ai bambini e ragazzi agli inizi del loro percorso di catechesi di iniziazione cristiana. Eppure ha sottolineato il celebrante, c’è sempre il rischio di rifiutare l’invito, non tanto in modo eclatante, festivo, infatti siamo qua, ma quasi senza accorgerci, nella ferialità della vita, rischiando di diventare quei credenti di routine, come ha ricordato recentemente Papa Benedetto, che sono meno vicini a Dio di tanti agnostici, che magari nascosta e forse anche negata, portano nel cuore la passione della ricerca di Dio.
Siate tessitori di comunione, ha concluso il parroco rivolgendosi ai catechisti, perché la mentalità individualistica non penetri ancor di più la nostra comunità cristiana, perché oggi la parola "io" sembra essere l'etichetta imperante, basta notare i nomi di oggetti di uso ormai comune come l' "I-pod" o l' "I-Phone", ha spiegato; stiamo assistendo allo sdoganamento dell'io come modalità sociale.
Dopo l’omelia il rito del mandato, suggestivo ed emozionante sia per i venticinque catechisti di vecchia data, sia per i 5 new entry, ma non meno per i friend, i ragAssisi come si sono voluti chiamare, che accompagneranno, come animatori, accanto ai catechisti l’avventura dei ragazzi. La Messa, durante la quale un po’ tutte le realtà presenti sono salite all’altare per presentare le preghiere o i doni offertoriali è stata segnata dal solenne mandato, con tutti i catechisti nel centro della chiesa, davanti all’altare per il dialogo con il celebrante e la professione di fede.
A questi testimoni della vita buona del Vangelo don Maurizio ha detto grazie per la disponibilità non a fare semplicemente un’ora di catechesi, ma a coinvolgersi un po’ con tutta la propria vita con bambini e giovani, a farli parte della propria famiglia, a portarli nel cuore e anche in casa propria, a dire loro non delle semplici dottrine, ma a comunicare la gioia del vangelo vissuto. Perché se così faremo, ci verranno a cercare, e soprattutto cercheranno il Signore, entreranno a lavorare nella sua vigna, come con nostra gioia e stupore l’abbiamo toccato già con mano.
Al termine della Messa don Constantino ha preso al parola e ha ringraziato la comunità di Gradisca, dicendosi sempre felice di essere presente in mezzo ad essa quando ritorna in Italia dalla sua Angola. Tutti i catechisti si sono ritrovati in canonica per un’agape fraterna, per una presentazione dei nuovi e per salutare don Constantino con un brindisi e un arrivederci.
A.T.