Oggi siamo qui riuniti per dare il nostro saluto cristiano alla nostra sorella Graziella, custode per ben 75 anni (27.365 giorni!) del Duomo e dell’Addolorata, una tradizione e un servizio “di famiglia”, da lei iniziato fin da piccola, che lo sappiamo non si ripeterà più con questo stile, attaccamento e longevità, sì sono cose di altri tempi si è soliti dire, ma testimonianze uniche e preziosissime.
In fondo è stata quella di Graziella una consacrazione alla Casa del Signore, una vita segnata dal calendario liturgico ripreso in mano per tre quarti di secolo, riproponendo e preparando con cura gli stessi riti, le stesse cose, se vogliamo simbolicamente immortalate nello storico presepio del Duomo, ma in un certo senso sempre nuove, non solo nei loro frutti sacramentali, ma anche nella capacità di commuovere e forse di “ringiovanire” chi li compiva con tanto amore.
Qualcosa è cambiato, io me ne ero accorto durante il mese di maggio dello scorso anno, la chiusura forzata per impraticabilità e sicurezza della Chiesa dell’Addolorata per la caduta di parte del soffitto, quel gesto mattutino della sua apertura che segnava ogni sua giornata alle 7,00 ha come disturbato anche un bioritmo fisico, ma forse prima spirituale, del cuore, me l’aveva confidato più volte, la Madonna è sola! Non cambiava niente che la Madonna fosse pure in Duomo, quella che lei onorava, quella che annualmente vestiva, con segretezza a chiesa chiusa…..quella Madonna era sola! Oggi però è qua a salutarla e a ricevere il suo ultimo saluto!
Questi particolari forse possono dirci poco eppure ci ricordano che la fede non è elucubrazione mentale, fissità di dogmi, riti ufficiali della Chiesa, fedeltà e ossequio a precise norme liturgiche, ma è anche e forse soprattutto umanità, affettività, sentire col cuore,…soprattutto queste...ci direbbe Gesù…, cose che noi abbiamo perso, ma che in Graziella erano ancora ben presenti, anzi forti, intramontabili…anche nel suo letto di sofferenza al Fatebenefratelli… fino a pochi giorni fa…
Questo sentire “con tenerezza”, con affetto, con umanità la relazione Dio/creatura umana, ci riporta alla pagina evangelica che abbiamo appena ascoltato, il versetto 35 del capitolo 11 di Giovanni “Gesù scoppiò in pianto” davanti alla morte dell’amico Lazzaro, ci dice questo ” sentire il cuore di Dio”.
Graziella sentiva che le forze se ne stavano andando, a malincuore ha ceduto al gruppo Marta l’onere delle pulizie del Duomo, la cura dei fiori, pur mantenendo sempre strette le chiavi…la preparazione dell’Altare e “le direttive”, ma era da tempo che dava dei segnali, con discrezione, che non ce la faceva più a fare tutto, anche se aiutata, segno era il calice, da qualche mese lasciato per la preparazione al sacerdote, in sacrestia (e per dire il vero qualche volta lo dimenticavo là e così mancava sull’altare….) nelle solennità (Pasqua e Natale) mi ricordava che avrebbe voluto mettersi al petto la medaglia dell’onorificenza “pro Ecclesia et Pontifice” di cui andava orgogliosa, che il Papa nel 1992 tramite la richiesta dell’Arcivescovo Padre Bommarco, le aveva concesso, ma non lo ha mai fatto se non per la prima venuta dell’Arcivescovo di Gradisca Mons. Françoise Bacqué, che le era sembrato un fatto incredibile, unico nei suoi oltre 70 anni di servizio alla chiesa di Gradisca! Sono certo che presagiva che stava avvicinandosi il grande incontro, di cui la nostra vita è preparazione…Ora anche per lei sono valide le parole dell’Apostolo Paolo, che per noi diventano un monito, un invito, una testimonianza di fede: “…è giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede.”
La vita dei sacrestani non è facile, non solo per una presenza continuata nel tempo, cosa sempre più rara, ma anche per quella realtà del servizio che indubbiamente ti distoglie dal “vivere” i momenti liturgici, le feste, non potendole mai godere appieno, sintetizzabili in una frase famosa, per i sacristi, “tante Messe, poca Messa…” Infatti sei sempre lì, ma tutto sembra sfuggirti, non riesci a cogliere le parole, il mistero….Però sono certo che il mistero della Casa di Dio, della sua presenza, lo abbia colto, specie alla sera, quando, da sola, l’ho sperimentato anch’io più volte ultimamente, quando chiudi la chiesa, ti trovi al buio, da solo, nel silenzio assoluto, nella penombra dei ceri, è una sensazione e un’emozione indubbiamente particolare…perché ci sei solo tu con…Lui, con il Signore.
Questi valori, oggi Graziella ce li passa, non li trattiene per sé, come tanti piccoli segreti delle sue chiese, l’Addolorata, il Duomo, San Giovanni, ce li dice perché possiamo in qualche modo viverli anche noi. Un ultimo particolare, quando per la festa dell’Addolorata, prima di riportare la statua da qui alla sua chiesa, le ho detto “le faccio una foto vicino alla Madonna?” mi ha detto prontamente sì, non me l’hanno mai fatta…così...perché chissà se ci sarò il prossimo anno? E’ un’immagine che ci dice tutto e che resterà ricordo per tutti noi sull’immaginetta. Graziella, la Vergine Maria, Madre del Signore che hai tanto amato ti accolga sotto il suo manto per vivere la pienezza di gioia che solo Gesù può dare in quella vita eterna iniziata nel giorno del tuo battesimo, grazie di tutto questo lungo servizio e amore alla Chiesa, per tutte quelle volte che potevo, che dovevo dirtelo e non te l’ho detto….ora riposa nella pace del Signore. Amen
Grazie!
Alla fine di questa liturgia un doveroso ringraziamento a chi ha sostenuto Graziella nelle sue mansioni, specialmente negli ultimi anni, menziono solo la signora Maria, Paolo e Cristian, chi le è stata vicina nei mesi della sofferenza dalla sua casa qui davanti fino a Villa San Giusto, in particolare la nipote Anna Maria, i suoi familiari e la signora Daria E poi a chi l’ha sostenuta spiritualmente con la presenza, una parola……….i sacerdoti e diaconi che si sono succeduti nel servizio alla parrocchia del Duomo.
Il Signore sappia ricompensare questa squisita carità, perché sappiamo dalla pagina del Vangelo di Matteo che in verità l’abbiamo fatto a Lui!