Nella solenne cornice del Duomo dei Santi Pietro e Paolo l’Arcivescovo De Antoni ha celebrato la Messa con la presenza delle associazioni parrocchiali, rimarcandonell’omelia l’orizzonte valoriale del Messaggio per la Giornata per la Vita, sottolineando come “un figlio non è un diritto, ma sempre e soltanto un dono. Come si può avere diritto “a una persona”? Ne siamo convinti, pur sapendo quanto sia motivo di sofferenza la scoperta, da parte di una coppia, di non poter coronare la grande aspirazione di generare figli. Siamo vicini a coloro che si trovano in questa situazione, e li invitiamo a considerare, col tempo, altre possibili forme di maternità e paternità: l’incontro d’amore tra due genitori e un figlio, ad esempio, può avvenire anche mediante l’adozione e l’affidamento e c’è una paternità e una maternità che si possono realizzare in tante forme di donazione e servizio verso gli altri.”
Non è mancato un accenno a salvaguardare la vita anche in alte situazioni, quali quella sul posto di lavoro e sulla strada e amarla anche quando è scomoda e dolorosa, perché una vita è sempre e comunque degna in quanto tale. Per questo i Vescovi ci dicono “grazie”, ha concluso De Antoni, “diciamo grazie a tutti coloro che scelgono liberamente di servire la vita. Grazie ai genitori responsabili e altruisti, capaci di un amore non possessivo; ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, agli educatori e agli insegnanti, ai tanti adulti – non ultimi i nonni – che collaborano con i genitori nella crescita dei figli; ai responsabili delle istituzioni, che comprendono la fondamentale missione dei genitori e, anziché abbandonarli a se stessi o addirittura mortificarli, li aiutano e li incoraggiano.”
Al termine dell’Eucaristia il parroco don Maurizio, ha ringraziato il presule per la sua visita e come tantissime persone, anche per la sua vicinanza nell’ultimo ricovero al Policlinico di Udine, augurando poi al Clan partente per la Polonia, dove vivrà una forte esperienza della Memoria a Cracovia e nei campi di concentramento di Auschwitz e di Birkenau, un’esperienza forte di fraternità e di pace.