Carissimi fratelli e sorelle,
Questa sera tutto è improntato al ringraziamento, alla gioia e a benedire il Signore per tutto ciò che ci ha dato in quest’anno che si chiude, ma non possiamo chiudere gli occhi e il cuore su tutto il resto e con la Costituzione Conciliare Gaudium et Spes diciamo che:
“Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Gesù, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”.
Questa sera allora ci presentiamo davanti a Dio per presentargli le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce della nostra comunità parrocchiale, anzi di tutte le famiglie della nostra comunità parrocchiale, perché essa trova il suo vero volto nella comunione delle sue famiglie. Chiediamo al Signore Gesù che continui a benedirci e a proteggerci. E la benedizione che dio ha affidato a Mosé, l’abbiamo sentita nella prima lettura, è anche la benedizione per tutti noi:“Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia risplendere su di te il suo volto e ti conceda pace”.
Certo stiamo vivendo un momento non facile, difficile, per tanti versi drammatico, abbiamo ricordato solo ieri festa della Santa famiglia, quel “male oscuro” che fa scorrere sangue nelle famiglie del Friuli, ma ancor di più lacrime nascosta dalle mura domestiche in moltissime famiglie anche della nostra comunità. Il Signore però ci vuole bene e trasforma il nostro tempo, segnato dalle povertà, dalle sofferenze, dai tradimenti… in un tempo di grazie, cioè di salvezza, comunque di amore fedele da parte sua!: ce lo ha ricordato l’Apostolo Paolo nella seconda Lettura: “Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.
E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per volontà di Dio”
Questo dovrebbe infonderci speranza, quella speranza che Papa Benedetto ci descrive nella sua Enciclica. La « redenzione », la salvezza, secondo la fede cristiana, non è un semplice dato di fatto. La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino. Allora non disperiamo, sentiamo Dio dalla nostra parte…….affidiamo a Lui le nostre pene e anche se ci sono groppi in gola cantiamo il TE DEUM perché a dio tutto è possibile, perché il suo amore, la sua parola è creativa: “Ecco io faccio nuove tutte le cose”……..
Andiamo senza indugio, come i pastori, verso il nuovo anno e torniamo alla nostra vita dicendoci che dio è grande, solo lui è grande, non mi tradisce, mi salva………
“Te Deum laudamus” Signore perché non ci lasci soli ai nostri destini e alle nostre lacrime…….
“Te Deum laudamus” Signore perché, nonostante il nostro peccato, le nostre infedeltà, tu vedi ciò che siamo….resti con noi, non sconfessi il tuo più bel nome: Emmanuele!
“Te Deum laudamus” Signore per la tua santa Chiesa che spesso critichiamo, non amiamo e non serviamo abbastanza eppure è lei che ci offre questi momenti di grazia e di serenità………….
Lampada ai miei passi rimane la tua parola Signore, questa lampada che arde sull’altare e ci ricorda comunità che pagano un più alto prezzo per vivere il Vangelo, ci stimolino a più grandi gesti d’amore e di generosità.
Augurs di un an segnat da l’amor di Diu
Srečno novo leto!
E da questa notte per noi tutti possa essere un anno migliore, Amen