Grande festa e sorpresa per bambini e anche per gli adulti. A fine Messa, nella tarda mattinata il sagrato del duomo si è animato ‘per l’arrivo di San Nicolò, un momento tradizionale che vuole far gustare, specie ai bambini, la letizia di quelle tradizioni che si vanno perdendo o che sono state anch’esse travolte da un consumismo esasperato. Non era sera, non c’erano davanzali, né dolci o giocattoli, ma solo delle caramelle, eppure l’incontro con questo grande vescovo, anche nella stazza, pur riconosciuto in quanto catechista delle comunioni, ha saputo stupire i bambini, segno che la felicità non viene dalle cose, dalla loro quantità, ma dall’emozione che si sa suscitare. San Nicola, secondo al tradizione, viene ricordato per la sua generosità verso tre povere bambine della sua città di Mira che sarebbero state vendute come schiave perché la famiglia non poteva assegnare loro una dote con la quale, divenute grandi, si sarebbero potute sposare. Oggi non è poi molto diverso, pur avendo tutto, lo sperimentiamo, anche i nostri bambini sono in un certo senso poveri, nel saper esprimere quello che sentono, nel loro vocabolario di fede che non trova più le basi nei primi anni di vita dentro la famiglia e tante volte letteralmente ci sorprendono per questa loro povertà. Ma nello stesso tempo chiedono qualcosa, magari di poco conto, ma che ci sia qualcuno disposto a stare con loro, a mettersi in qualche modo dentro i loro panni, dentro la loro vita.
I catechisti