E’ stata un’esperienza indimenticabile per bambini, genitori e catechisti di Gradisca la domenica ad Aquileia nel rivivere in un certo senso il battesimo proprio “dentro” il Battistero cromaziano. Dopo una presentazione storica della nascita di Aquileia e della comunità cristiana, la cui basilica venne costruita sui resti di antichi edifici romani, e resa mirabile per il preziosissimo pavimento a mosaico del IV secolo, voluto dal vescovo Teodoro, la nostra guida si è soffermata sull’importanza del battesimo e dell’iniziazione cristiana antica proponendo alla fine un semplice rito, ma efficace e emotivamente coinvolgente. I bambini, accompagnati da un genitore, dopo aver rinnovato le promesse battesimali, sono scesi nella vasca battesimale, superando, a dire il vero con una certa difficoltà, i gradoni e segnandosi con l’acqua benedetta, sorretta da don Maurizio, e proferendo il proprio nome. E’ seguita la visita alla Basilica, alcuni percorsi differenziati per cogliere attraverso i mosaici il messaggio, l’annuncio che la Comunità cristiana primitiva faceva ai neofiti per suscitare la fede. Si sono così potuti ammirare i mosaici dell’aula teodoriana nord, le varie fasi di costruzione delle basiliche, cogliere il profondo significato e gli aspetti ancora misteriosi di tanti simboli cristiani antichi, si è provato lo stupore per la mole del campanile di Popone che è lì imponente da quasi mille anni, ci si è soffermati sulle immagini catechistiche dell’abiura e del buon pastore, guardando, per l’ora tarda, solo da lontano il ciclo di Giona. Si è compreso così che le immagini sacre erano un efficace supporto per la conoscenza della Parola di Dio, raccontavano non solo storie legate alle radici della fede, ma le verità della fede. Aquileia si è mostrata così ancora una volta spazio prezioso, visibile di ciò che Dio ha rivelato all’uomo. Tutti hanno potuto capire la verità delle parole di San Giovanni Damasceno che scriveva: “Se un pagano viene e ti dice mostrami la tua fede… tu lo porti in Chiesa e gli fai vedere la decorazione di cui è ornata e gli spieghi la serie dei sacri quadri”. Un’esperienza dunque vincente, anche per il coinvolgimento di tantissimi genitori, molti dei quali stupiti per aver sentito per la prima volta tanta ricchezza e spiegazioni puntuali non solo artistiche, ma catechistiche su un tesoro che quasi non sapevamo neppure di avere. Annunciare oggi Cristo, in una cultura dell'immagine come la nostra, non può dunque più prescindere da esperienze come queste, capaci di coinvolgere e muovere anche le famiglie che tante volte dagli itinerari di fede dei loro figli restano per tanti motivi ai margini.
A.T.