I bambini della Carovana che si preparano alla Riconciliazione hanno vissuto il primo momento di catechesi assieme alle loro famiglie con una bellissima uscita a Castelmonte, accolti dai frati cappuccini. Dopo una diversificata “salita” per strade alternative in quanto c’era in corso il rally Cividale-Castelmonte, ma è stato una specie di rally anche quello dei genitori, mentre i bambini con i catechisti e fra Paolo hanno fatto la loro attività, i genitori sono stati intrattenuti dal Rettore del Santuario in un’avvincente incontro sul tema educativo. Dopo l’introduzione del parroco don Maurizio, che ringraziando i genitori ha ricordato l’unicità di poter vivere queste esperienze, padre Franco partendo dall’esperienza familiare ha ben illustrato i due modi di concepire i figli, come diritto o come dono e di quest’ultimo ha sottolineato la bellezza di sognare “con” i figli e non “per” i figli, per cogliere la vocazione insita nella loro vita. In questo senso si scopre la peculiarità di essere collaboratori dell’atto creativo di Dio, ci si scopre capaci di ascolto, di rispetto e anche di stupore. Ma il genitore, ha proseguito il francescano è chiamato a intercettare le loro domande più profonde, fino a quella vocazionale, della loro vita futura, della loro felicità. E questo senza deleghe di sorta, come è avvenuto negli ultimi decenni riguardo la figura paterna che siamo chiamati a riscoprire, perché è quest’ultima che ha il compito di proiettare i figli nel futuro, di dare loro sicurezza e di tagliare il secondo cordone ombelicale, cioè di aprirli al mondo, al di là della famiglia stessa. Il padre testimonia che la vita non è solo approvazione, soddisfazione, incoraggiamento, ma anche mancanza, allontanamento, impegno, sforzo e altro ancora.
Oggi forse c’è questa emergenza educativa, di cui tutti parlano, cioè i giovani hanno paura del futuro, proprio perché mancano di questa figura-presenza educativa, ma la mancanza forse ci dovrebbe far dire che oggi c’è prima di tutto un’urgenza d’amore. Dal grembo materno all’ultimo respiro ogni essere umano ha bisogno di sentirsi amato e di amare. Educare è l’arte più bella perché implica amare gratuitamente e donare se stesso all’altro, non un altro qualsiasi, ma colui che si è generato. Lasciamoci, quindi, stupire, ha concluso padre Franco, dalla possibilità di costruire un percorso dove genitori e figli crescono insieme e si comprendono a vicenda, mettendo a tema anche la fede, il rapporto con il Signore, la preghiera, l’esperienza eucaristica come facciamo quest’oggi.
A conclusione la partecipazione comune alla Messa in Santuario, la visita allo stesso e un momento di fraternità nei locali del convento, ha concluso con grande soddisfazione di tutti una preziosa giornata che regalava ancora, scendendo, uno stupendo tramonto sul Friuli.
I catechisti