Barbana, 8 settembre 2010
1. Fratelli e sorelle carissimi,
come ogni anno, nella festa della Natività di Maria, siamo venuti pellegrini ai suoi piedi per implorare la sua protezione sull’anno pastorale che inizierà il 24 settembre p.v. .
Ma, oltre alla protezione della Madre del Signore, ci spinge quest’anno anche il desiderio di metterci alla scuola di Maria, educatrice del Cristo e del cristiano, dal momento che l’anno pastorale che inizieremo sarà all’insegna del documento dei Vescovi per il decennio centrato sull’educazione e all’inizio del percorso per la celebrazione del Convegno del Triveneto ‘Aquileia 2’ che celebreremo nel 2012.
2. La missione educatrice di Maria nei confronti di Gesù, non oscura il suo atteggiamento di discepola nei confronti del Figlio, quando questi ha iniziato la sua vita pubblica.
La pensiamo educatrice soddisfatta di veder diventare grande Gesù, di ascoltarlo pronunciare le sue prime parole, di aiutarlo a fare i primi passi. Avendo Gesù assunto veramente la nostra natura con tutta la sua debolezza, come tutti i bambini della terra, egli si è comportato ed ha agito nelle azioni umane, con il senso e la capacità che l’età gli consentiva.
Gesù è stato veramente bambino e non ha fatto solo viste di esserlo; sua madre, anzi - proprio l’aspetto di sua madre - fu il primo specchio da cui imparò a vedere il mondo. La sua umanità coglieva tutte le esperienze della vita umana che si venivano presentando via via che cresceva.
E Maria era la madre infinitamente disposta a guidare la sua piccola e giovane creatura.
Da lei apprese le forme della preghiera e del servizio sacro. A lei Gesù incominciò a balbettare le sue prime parole e a pronunziare “Mamma mia!”, “Immi!”.
A voi mamme è possibile intuire cosa dovesse passare nel cuore di Maria.
Non si trattò certo di un’educazione tesa ad estirpare i vizi e consolidare le virtù, ma certamente riguardò l’ordine esteriore delle attività quotidiane, che dipendeva ed era regolato certamente da Giuseppe e Maria, a cui Gesù era “soggetto”.
Essa doveva andare dalle infime cose materiali come il muovere i primi passi, il vestirsi, ecc., all’orario per i compiti della giornata (incluso, ad una certa età, l’aiuto al mestiere paterno) e perfino all’esercizio dei primi atti di culto, proporzionati all’età, alle prime visite al tempio, ecc. .
La maternità infatti non consiste per nessuna donna soltanto in un atto di generazione, ma costituisce una relazione permanente da persona a persona.
Pertanto comporta, oltre il piano biologico, un “compito educativo” che è più importante della generazione e rende Maria “colei che ha educato Dio”.
Così Giovanni Paolo II ha potuto dire :
“Maria, al pari di quanto avviene per ogni altra madre, ha donato anche un contributo essenziale alla crescita e allo sviluppo del figlio”, in quanto dall’infanzia all’età adulta Gesù ha avuto bisogno dell’azione educativa dei genitori.
3. Maria fu dunque educatrice di Gesù, ma lo è anche del cristiano.
Infatti la sua maternità universale (Madre della Chiesa) deve essere intesa in tutta la sua portata :
non solamente un amore materno posto sul piano degli affetti, ma un’opera di generazione e di educazione, che è l’opera propria della madre.
Questo è stato l’insegnamento costante della Chiesa, dei santi (Grignon de Montfort, Chaminade, don Bosco e il fondatore del Movimento di Schőnstatt, p. Kentenich), del Magistero, dei teologi.
Eccoci qui dunque alla scuola di Maria per imparare la Lei l’arduo compito educativo.
4. Il nuovo anno pastorale ci vedrà però impegnati per la celebrazione del Convegno ecclesiale “Aquileia 2”.
Esso ci chiederà di metterci :
In ascolto di ciò che lo Spirito dice alle Chiese.
E chi potremmo scegliere come modello di questo ascolto, se non la Madre del Signore?
Il percorso del primo anno ci chiederà poi di leggere, alla luce della fede, la storia di salvezza che il Signore ha realizzato in questi ultimi venti anni nelle nostre diocesi.
Cioè : ci verrà chiesto di mettere insieme i frammenti di storia vissuta e di leggerli insieme tentando di capirne il senso.
Anche in questo, come ci racconta Luca, Maria può esserci di guida, Lei che raccoglieva nel suo cuore gli avvenimenti che attraversavano la sua vita, cercandone il senso.
Potremo così prepararci a questo convenire della Chiesa Triveneta in modo sinodale, condividendo le esperienze ecclesiali e pastorali, convenire ecclesialmente per discernere con gli occhi della fede le profonde trasformazioni in atto e le nuove sfide emerse in questi ultimi venti anni nel Nord-Est, per affrontare insieme il futuro delle nostre comunità cristiane.
La Vergine, Madre del Signore, modello di educatrice, Madre della Chiesa ci accompagni nel nostro cammino.
Amen.