I bambini della prima comunione di Gradisca hanno concluso il loro percorso di catechesi, anche se continueranno a trovarsi fino a giugno, con un riuscitissimo pellegrinaggio ad alcuni "luoghi antoniani", Camposampiero, dove il Santo trascorse gli ultimi giorni, e alla Basilica di Padova.
Guidati dai catechisti e genitori, ma in particolare da fra Francesco hanno potuto scoprire per la prima volta i luoghi dove il conte Tiso, convertito dalla predicazione del Santo, lo convinse a trasferirvisi per riposarsi e ritemprarsi nel corpo e nello spirito nel maggio del 1231, solo un mese prima della morte. Qui hanno potuto ammirare il sentiero arricchito da molte statue raffiguranti la vita del santo, opera realizzata in occasione del giubileo del duemila, il santuario del noce con gli antichi affreschi costruito sopra quella pianta sulla quale il santo si ritirò e fu costretto ancora a predicare. Tutti si sono quindi portati nella cappella della visione dove si narra che Antonio ebbe la visione di Gesù bambino, un fatto che caratterizzerà la fisionomia spirituale del santo che fu un contemplativo e che in seguito segnerà la sua tradizionale iconografia. Il tempo di dare due calci a un pallone sul prato del convento e via verso Padova, dove la comitiva era attesa sulla piazza della basilica dal rettore padre Enzo che con la sua affabilità e sorriso ha fatto dimenticare anche la stanchezza che cominciava a farsi sentire e ha accompagnato i presenti nella Sala priorale dove con meraviglia tutti hanno potuto vedere e comprendere gli affreschi preziosi del Tiziano e di altri pittori del quattrocento. Tra le altre cose, sulla vita del Santo lì raffigurata, padre Poiana ha detto che quella sala fu anche la prima banca di Padova, una banca etica si direbbe oggi, perché chi aveva portava e chi non aveva riceveva, nella logica di carità che Antonio lasciò ai suoi come testamento. Questo particolare si è notato quasi fotografato nell’affresco del miracolo del cuore dell’usuraio, rinvenuto nel forziere e non nel petto del defunto, ovvero dov’era rimasto per tutta la vita, una vera e propria catechesi a fumetti sulla carità, come l’ha definita padre Enzo. Il momento centrale è stato poi la Messa nella grande basilica, inondata di persone, dove il rettore ha salutato e presentato il gruppo davanti a tutti e questo è stato molto bello, anche perché i bambini hanno rivissuto l’emozione della Prima Comunione. Un passaggio poi all’Arca del Santo, un angolo di paradiso, di luce e di arte dove riposa San Antonio, ma in realtà lavora continuamente per ascoltare la gente, i problemi delle persone che a milioni vengono da tutto il mondo per confidarsi accarezzando con la mano la pietra verde della sua tomba. I bimbi forse è parso di vedere anche Luigino con suo nonno, i due personaggi della storia che l’anno scorso avevano incontrato nel loro libro, realizzato nell’occasione della venuta di Antonio a Gradisca, forse sembrava tutto un sogno e invece era realtà.
A.T.