Tanta gente, tra i quali gli scout, i Volontari della Protezione civile, assieme agli abitanti del Borgo del Salet al completo, hanno dato vita venerdì sera, alla tradizionale via crucis delle famiglie. La partenza è avvenuta all’ancona di San Giovanni Nepomuceno che dal Settecento è lì nel verde del parco della Rotonda per proteggere dalle acque, solo una spruzzata di pioggia ha segnato la processione, quasi una benedizione del santo che non ha assolutamente disturbato. Profonde le riflessioni fatte dalle famiglie, adulti e bambini, che hanno ritmato le cinque stazioni che si sonno snodate in una coreografia segnata da tante fiaccole e lumini. Ai piedi delle croci si son rivisti anche i sacchetti che nei giorni dell’esondazione di Natale non erano riusciti a trattenere le acque. Particolarmente significativo il pensiero che il parroco ha tenuto alla fine dell’incontro di preghiera, un commento al canto di Guccini “Dio è morto”, un testo che ormai ha più di quarant’anni ma che rimane, come già lo definì l’Osservatore romano a quel tempo, “un’esaltazione di valori umani e naturaliter cristiani”. Questo testo è quanto mai attuale, ha rimarcato don Maurizio perché ha la capacità di leggere il nostro presente, schiavi come siamo delle cose, delle droghe facili del benessere, dell’avidità, dello scientismo, in definitiva dell’uomo che può tutto, al quale tutto dev’essere permesso, anche bestemmiare sui campi da gioco. Ebbene lì dio è veramente morto, insignificante, ma lì anche l’uomo muore, si consuma il suo venerdì santo definitivo. Ricalcare i passi di Gesù, contemplare e vivere il mistero della sua croce, significa però anche aprirsi alla positività, a una vita che può cambiare e rivelarsi nuova. Ed è la conclusione, ha annotato il parroco, della canzone “In ciò che noi crediamo Dio è risorto, in ciò che noi vogliamo Dio è risorto, nel mondo che faremo Dio è risorto. Una risurrezione cioè anche presente nelle pieghe della storia, del nostro quotidiano, anche se a volte faticoso come l’abbiamo sperimentato in questo luogo poco tempo fa. Al termine Alessandro, un giovane che si prepara alla cresima, chitarra in mano, ha cantato con maestria, sicurezza e pathos il canto di Guccini strappando alla fine un prolungato applauso fuori programma. A conclusione poi il parroco ha ringraziato tutti, la benedizione ha concluso una serata bella, un incontro di fede, un momento ulteriore si fiducia per la gente del Salet.