Grande emozione in Basilica e alla Scoletta del Santo per il gemellaggio e l’ascrizione del parroco nell’Arciconfraternita di Sant’Antonio - Una giornata e una festa indimenticabile, quella vissuta a Padova da quasi duecento pellegrini della Comunità di Gradisca, domenica 21 febbraio, festa della Traslazione di Sant’Antonio a conclusione di una settimana storica, come rimarcato dal rettore, oltre duecentomila pellegrini per l’evento dell’Ostensione. I gradiscani hanno raggiunto la Città del Santo con tre pullman e altri mezzi per vivere un momento particolare di fede e di devozione, ma anche per suggellare un’amicizia preziosa, suggerita già lo scorso anno dai responsabili della Basilica. La comitiva ha così potuto visitare non solo quello scrigno d’arte che è la Basilica stessa, ma anche Il Museo della devozione antoniana, che riaperto nel 1995, che offre un percorso unico tra i tesori artistici realizzati, nei secoli, per la Basilica e per la Veneranda Arca di sant'Antonio: dipinti, sculture, gessi, paramenti sacri, arazzi, oreficerie, fino a poco tempo fa poco accessibili al pubblico. Tra di essi degli autentici capolavori d’arte: la lunetta affrescata da Mantegna per il portale della Basilica,le tarsie lignee del Quattrocento, la preziosa Navicella di arte orafa tedesca del Cinqucento, le pale d’altare di Tiepolo e di Piazzetta, un raro paramento liturgico tessuto a Lione nel Settecento. Tutti poi hanno potuto venerare la Tomba di San Antonio e ammirare l’Arca del Santo ritornata al suo antico splendore, ma mai così ben illuminata e valorizzata, grazie all’intervento di salvaguardia e di restauro degli straordinari altorilievi rinascimentali di J. Sansovino, Tullio e Pietro Lombardo e delle altre opere d’arte presenti. Una rappresentanza dell’erigenda Confraternita di San Antonio ha invece partecipato nella Sala Priorale della Scoletta del Santo all’Assemblea degli ascritti e alla cerimonia di vestizione dei nuovi ascritti, tra i quali il parroco di Gradisca. Ma nell’attesa della cerimonia, hanno potuto ammirare le 18 opere della Scoletta che accanto al genio del Tiziano vanta opere di Bartolomeo Montagna (colpevole di aver rappresentato il falso storico di una ricognizione mai avvenuta – cui avrebbe assistito anche Petrarca - delle spoglie del Santo nel 1350), di Girolamo Tessari, di Domenico Campagnola, di Francesco Vecellio, fratello di Tiziano, del Corona, un altro scrigno raramente visitabile.
Solenne e suggestiva nella sua semplicità francescana la Messa della festa. In una Basilica gremita, accompagnata dalla Cappella musicale del santo che la sua possenza ha fatto trasalire lo spirito, la liturgia che è stata presieduta dal Provinciale, attorniato dal Rettore, dal parroco di Gradisca e da tanti concelebranti, ha introdotto con le parole di Antonio al vero spirito del tempo di Quaresima, per cui la percezione era di ascoltare ancora una volta lo stesso santo.Al termine dell’Eucaristia si è snodata la tradizionale processione con il mento del Santo, seguito dai gonfaloni, tra i quali anche quello di San Antonio di Gradisca portato dagli scout e da alcuni rappresentanti della comunità. Al termine nell’ampia sala dello Studio Teologico della Basilica, il Rettore ha incontrato i pellegrini per uno scambio di saluti, ringraziando della significativa e numerosa presenza. Nel suo intervento don Maurizio ha espresso la gioia dei presenti per il gesto che si andava a compiere, una solenne ratificazione di quella scelta fatta nel 1698 dal Capitano di Gradisca e da tutti i capifamiglia, di prendere sant’Antonio come protettore della Città. Un gesto ora indelebile, sottoscritto dalla massima autorità del Santo in un contesto che si è rivelato unico. Ma ha voluto anche ringraziare “la Comunità del Santo e in particolare il Ministro Provinciale Padre Gianni Cappelletto e il rettore della Basilica Padre Enzo Poiana, per aver voluto annoverare tra i suoi amici la Comunità parrocchiale che, peraltro, era stata già onorata dalla visita delle Insigni Reliquie del Santo lo scorso mese di settembre, e la cui eco non si è ancora sopita”.
Questa giornata di festa, ha proseguito don Maurizio, e soprattutto di fede, che corona e termina il periodo della terza Ostensione del Beato Antonio ha per noi in questo momento ed in questo gesto un valore altamente significativo. Oggi tutti noi abbiamo avuto la grazia di poter rivitalizzare le radici della nostra fede, secondo l’antica tradizione apostolica che nel luogo della dimora terrena dei martiri e dei Santi, vedeva uno “spazio di particolare grazia” per far crescere il credente nella testimonianza della fede e dell’Evangelo. Sant’Antonio, dottore Evangelico, con la sua vita è stato ed è tuttora un vero e grande commento di Gesù-Vangelo, un riflesso che attrae alla bella notizia offerta ad ogni uomo, che è il Signore vivente.” Da parte sua Padre Enzo Poiana si è detto veramente felice per questa “visita di ringraziamento” così carica di valori e di promesse, augurandosi che presto possa essere confermata dall’Arcivescovo De Antoni la nascita della nuova Confraternita gradiscana, per aggregarla a quella padovana, che sarebbe, al di là di alcune di cui ormai si è persa la memoria, la prima del Triveneto. Mentre il parroco ha donato al Priore dell’Arciconfraternita dott. Leonardo Di Ascenzo un’icona raffigurante sant’Antonio giovane con la scritta per Antonium ad Iesum realizzata dall’iconografa barese Paola Bernasconi, il moderatore del consiglio Pastorale, a nome della Comunità, ha offerto al Rettore l’icona raffigurante Sant’Antonio, dottore evangelico, con sullo sfondo la Basilica padovana. L’opera artistica, realizzata dall’iconografo Paolo Orlando, resterà così a ricordo di una giornata che è entrata nella storia.
Apprezzata in due pullman dei pellegrini è stata poi la testimonianza del prof. Franco Ongaro, che di Sant’Antonio ha approfondito i famosi Sermoni, nel suo spiegarne l’attualità, una spiritualità che pur sfidando gli otto secoli trascorsi parla al cuore, facendo ancor parte il santo di quella teologia dei primi Padri della Chiesa, che scevra da alte elucubrazioni, è in se stessa intramontabile.
La cena di fraternità presso l’Albergo al pellegrino ha concluso la bella giornata, segnata ancor una volta dalla santità di Antonio di Padova che tutti, lo possono confermare, lo hanno incontrato vivo.